Yacine Adli, centrocampista del Milan, mercoledì durante la conferenza stampa prima della partita per gli ottavi dell’Europa League, che disputerà contro lo Slavia Praga, ha espresso la sua volontà per quanto riguarda la nazionale di cui indossare la maglia. Infatti, il centrocampista può vantare la doppia cittadinanza, ovvero francese e algerina, e può, dunque, scegliere di quale delle due rispettive nazionali indossare la casacca.
“Sono felice e concentrato sul mio presente al Milan”, ha spiegato Yacine Adli, “e spero di poter giocare ancora e dare una mano. Giocare con la Francia è un obiettivo, ma devo continuare a lavorare così perché la strada è lunga. Adesso sto pensando al Milan e al futuro di questa stagione, sicuramente rispetto all’anno scorso sono migliorato grazie al lavoro dello staff e all’aiuto dei miei compagni e devo andare avanti così”. Insomma, Yacine Adli vorrebbe giocare con la Francia, perché, ha spiegato, “voglio giocare al massimo livello“. Una scelta, riflette il quotidiano sportivo L’Équipe, coerente con la carriera del centrocampista, che oltre ad essersi formato nel mondo calcistico francese ha anche indossato la casacca della nazionale giovanile in 47 occasioni tra gli under 16 e gli under 20.
Yacine Adli sommerso dagli insulti: “Ha tradito l’Algeria”
Tuttavia, seppur la scelta di Yacine Adli sia a tutti gli effetti logica e coerente, ha attirato attorno a lui non poche critiche da parte dei connazionali algerini. Sui social molti hanno criticato la scelta, talvolta invocando Allah affinché punisca il traditore della nazione, altre accusandolo di essersi venduto ai colonialisti francesi. Molti, d’altronde, gridano al tradimento, ricordando la guerra d’Algeria e, soprattutto, lo storico odio (in senso sportivo) tra le nazionali algerina e francese. Alcuni si infuriano contro Yacine Adli per la sottintesa, nelle sue parole, inferiorità della nazionale algerina, mentre non mancano insulti ed epiteti di ogni tipo, tra chi addirittura gli dà del “bianco“, che nel mondo arabo e musulmano equivale ad essere considerati infedeli.