Amos Yadlin, ex capo dell’intelligence militare d’Israele, a Il Foglio parla della guerra a Gaza, spiegando che procede “lentamente, ma non è una sorpresa”. L’esperto analizza la situazione: “Abbiamo più di 100 civili ancora in ostaggio e dobbiamo stare attenti nel condurre la campagna militare. Poi c’è la preoccupazione della comunità internazionale e stiamo permettendo l’ingresso nella Striscia di beni umanitari che aiutano Hamas. E queste limitazioni stanno rallentando la guerra. La mia previsione all’inizio era che sarebbe durata sei mesi: ora siamo solo a due mesi”.
Distruggere Hamas, per Yadlin, non è così semplice anche a livello concettuale perché non esiste una “sola” associazione: “Ci sono tre dimensioni di Hamas: l’ideologia, che Israele non può distruggere senza vent’anni di educazione diversa, l’ideologia dell’Isis è ancora nel cuore di molti musulmani; poi c’è Hamas inteso come governo, e qui la missione nel nord è quasi completata, come a Gaza City, dove le loro infrastrutture civili e militari non esistono più”. Infine la terza è quella militare: “Tra Hamas e Jihad islamico hanno 40 mila combattenti. 8 mila di loro sono già morti e altrettanti feriti, è un numero significativo, quindi invece di distruggerlo si tratta di smantellare Hamas”.
Yadlin: “Netanyahu ha permesso a Hamas di costruire la sua potenza militare”
Per Yadlin, ex capo dell’intelligence militare d’Israele, il 7 ottobre è stato un fallimento trilaterale: “Di intelligence, operativo e politico. L’intelligence pensava che fosse solo un altro esercizio; operativo, cioè non c’erano forze militari sufficienti per rispondere all’attacco; e politico, con Netanyahu che ha permesso a Hamas di costruire la sua potenza militare e al Qatar di trasferire denaro alla Striscia. Bibi ha poi diviso la politica israeliana con la sua cosiddetta riforma giudiziaria, che ha spostato le energie dalle minacce esterne a quelle interne” spiega a Il Foglio.
Un’altra incognita riguarda cosa fare di Gaza dopo Hamas. Per l’esperto militare “Israele dovrà garantire che il 7 ottobre non si ripeta mai più, quindi ci sarà un perimetro, una ‘terra di nessuno’, come nel Golan e come tra la Corea del nord e quella del sud; e poi c’è la futura struttura politica, la mia idea è una coalizione araba internazionale, che comprenda egiziani, sauditi, emiratini, europei e tecnocrati palestinesi, in cui Gaza sarà smilitarizzata e deradicalizzata. Nel 2005 Israele lasciò ogni grammo della terra che aveva preso nel 1967 e smantellato tutti gli insediamenti ebraici. Hamas ha preso il potere dopo due anni. Governi israeliani – Sharon, Olmert e Netanyahu – hanno dato a Hamas l’opportunità di rafforzare la propria forza militare. Nessuna entità palestinese può costruire un apparato militare che possa minacciarci nuovamente”.