Yanis Varoufakis è intervenuto sul web, mediante la piattaforma YouTube, per dire la sua circa il Recovery fund, del quale si sta facendo un gran parlare in questi giorni e che ha creato opinioni discordanti in Italia e, più genericamente, a livello di Unione Europea: “Abbiamo letto sui giornali e sul web e sentito in televisione l’annuncio trionfale del presidente francese Emmanuel Macron e della cancelliera tedesca Angela Merkel circa il raggiungimento di un’intesa volta a creare un fondo molto esteso (circa 500 miliardi di euro) che raccoglie risorse dall’UE. Una sorta di eurobond, volto a finanziare direttamente i prestiti alle imprese, alle società e comunità”. Lo scopo del messaggio di Varoufakis è quello di indurre tutti alla prudenza prima di festeggiare. Del resto, i dubbi sulla realizzazione di questo fondo extralarge piovono da più parti e sono preceduti, loro malgrado, da alcune azioni del passato che ritornano in auge come non mai in questo periodo e che esortano alla cautela.
YANIS VAROUFAKIS: “GIÀ NEL 2018…”
Yanis Varoufakis, a tal proposito, ha voluto ricordare nel filmato diffuso attraverso YouTube l’incontro avvenuto nel 2018 fra Macron e Merkel, al termine del quale comunicarono con toni entusiastici l’avvio di una nuova iniziativa: “La creazione dell’nione fiscale nell’Eurozona, di un bilancio comune per gli Stati membri dell’Eurozona. Che cosa è successo? Niente. È finita in maniera patetica, una nota a piè di pagina nel bilancio dell’UE, che vale lo 0,01 per cento del prodotto interno totale dell’Eurozona”. Tornando al Recovery fund, Varoufakis avverte: anche se tale proposta vedrà la luce, sarà approvata e procederà esattamente come annunciato dai suoi fautori, non sarà mai un eurobond, dal momento che non costituisce un trasferimento di debito dagli Stati membri all’Unione Europea. Inoltre, tale decisione non ridurrà la pressione che grava sull’Italia, sulla Spagna e sulla Grecia e “si aiuteranno soltanto le grandi aziende, non le piccole-medie imprese. L’Unione europea continua a disintegrarsi”.