Yannick Noah compie oggi 60 anni: ancora oggi, l’eclettico franco-camerunense viene ancora considerato uno dei migliori tennisti del suo Paese. Non è mai stato un numero 1, ma ha raggiunto la terza posizione mondiale nel ranking Atp; vincitore del Roland Garros – sia nel singolare che nel doppio – ha avuto la sfortuna di giocare a cavallo di due generazioni d’oro, quella degli anni Settanta che sfociava nel decennio successivo (quando ha trionfato a Parigi i primi due giocatori della classifica erano Jimmy Connors e John McEnroe) e quella appunto degli anni Ottanta, che avrebbe fatto emergere con prepotenza non solo il coetaneo Ivan Lendl ma anche Mats Wilander, di quattro anni più giovane, e il ragazzino terribile Boris Becker. Tutto sommato Noah se l’è cavata bene; lungi dall’essere un semplice “intrattenitore” è stato sicuramente un ottimo giocatore, anche se gli è sempre mancato il guizzo (così come la continuità) per diventare un campione.
Yannick Noah fa parte di una famiglia di grandi atleti: papà Zacharie è un camerunense arrivato presto in Francia per giocare a calcio, impegnato per 5 anni con il Sedan-Torcy con cui ha vinto la coppa nazionale, mentre il figlio è quel Joachim Noah che dopo aver incantato sui parquet della NCAA con Florida è arrivato nella NBA risultando tra i lunghi migliori della sua generazione, facendo parte dei Chicago Bulls che prima dell’infortunio – con annesso calvario – di Derrick Rose avrebbero potuto vincere il titolo. Lui è nato nel 1960 proprio a Sedan, nelle Ardenne, mentre il padre giocava come difensore nella squadra locale; per questo ha subito preso la nazionalità francese. La sua carriera è idealmente iniziata nel 1977, quando è arrivato in finale all’Orange Bowl: in uno dei tornei juniores più prestigiosi Noah si è dovuto inchinare soltanto a Lendl, che sarebbe poi diventato tra i più grandi rivali al piano di sopra. Già a 20 anni il francese è entrato tra i primi 20 giocatori al mondo.
YANNICK NOAH E GLI APPUNTAMENTI CON LA STORIA
Il grande salto è avvenuto in seguito: Noah nel 1980 ha centrato la finale degli Internazionali d’Italia (sconfitto nettamente da Guillermo Vilas), dopo due quarti al Roland Garros ha finalmente sbancato il centrale di casa imponendosi su Mats Wilander (che all’epoca aveva 18 anni). Sono passati 37 anni: ancora oggi Yannick Noah rimane l’ultimo francese ad aver vinto il torneo maschile. Ad andarci vicino sarebbe stato Jo-Wilfried Tsonga, e sarebbe stata una gran bella storia: anche lui è figlio di un padre africano (in questo caso congolese). Ecco, diciamo che ancora oggi ricordiamo Noah per questo e perché, a otto anni dall’unico trionfo di Wimbledon, è stato il secondo tennista di colore capace di vincere un torneo del Grande Slam, raggiungendo Arthur Ashe con il quale peraltro ha giocato parecchi tornei di doppio. In coppia, a proposito, Noah ha trionfato al Roland Garros un anno dopo il successo nel singolare; in carriera ha vinto un totale di 36 titoli, ultimo dei quali a Sydney (1990) appena prima del ritiro.
Da quel momento è diventato un cantante, anche piuttosto affermato: ha inciso 10 dischi e per quattro volte ha vinto il premio Mtv Winner Best Song. Il richiamo del tennis però lo ha sempre attirato: nel 1997 come capitano ha guidato la Francia alla prima, storica vittoria della Fed Cup allenando Mary Pierce, Sandrine Testud e Nathalie Tauziat. Con i maschi invece ha ottenuto per tre volte la Coppa Davis: la prima nel 1991, la seconda nel 1996 e la terza tre anni fa. Ancora una volta, Noah ha centrato appuntamenti importanti con la storia: il primo titolo personale ha riportato l’insalatiera in Francia dopo 59 anni (i transalpini non vincevano dai tempi dei Moschettieri, pensate), con il terzo ha invece fatto doppia cifra per la sua nazionale, guidando al successo il già citato Tsonga, Richard Gasquet, Lucas Pouille e Pierre-Hugues Herbert nella tiratissima finale contro il Belgio, terminata per 3-2 grazie al trionfo di Pouille contro Steve Darcis nel match decisivo.