Il caso di Yara Gambirasio, forse, non è finito: la “prova regina”, ovvero uno dei 13 Dna trovati addosso alla ragazzina di Brembate Sopra scomparsa la sera del 26 novembre 2010 (e ritrovata morta 3 mesi dopo in un campo di Chignolo d’Isola) corrispondente a quello di Massimo Bossetti, potrebbe essere ribaltata. Ne è convinto il responsabile del team di legali in difesa del muratore di Mapello condannato all’ergastolo dopo tre sentenze passate in giudicato, l’avvocato Claudio Salvagni che assieme al collega Paolo Camporini da tempo richiede la ripetizione dell’esame Dna: su Libero il giornalista Giovanni Terzi riporta di una lettera ricevuta il 23 aprile scorso direttamente dal carcere di Bollate, a forma Massimo Bossetti.



«È una lettera importante perché mi giunge pochi giorni dopo un’ispezione ministeriale sul caso della morte di Yara Gambirasio su come sono stati mantenuti i reperti del DNA trovati sul corpo della povera ragazza» scrive Terzi. Ebbene, il 19 maggio prossimo si discuterà della richiesta di accesso a quei reperti davanti ai giudici della Corte di Assise di Bergamo dopo che la Cassazione ha annullato la sentenza di “inammissibilità” che lo stesso Presidente della Corte aveva definito dopo la prima richiesta («il presidente non poteva decidere da solo ma era compito dell’intera Corte d’assise»).



VERSO REVISIONE PROCESSO BOSSETTI?

Se ci sarà una vera revisione del processo su Bossetti ancora non è dato saperlo, pesano infatti le tre sentenze in giudicato che lo vedono come colpevole al 100%: la poca accuratezza però nel conservare i reperti e i tanti dubbi che la difesa ancora professa sull’intero iter processuale fanno pensare all’avvocato Salvagni che non tutto è perduto per il muratore di Mapello. «Ci siamo dovuti tenere un risultato di una consulenza fatta in autonomia dal Ris dove noi della difesa solo guardando le carte abbiamo trovato 261 anomalie. Il dubbio a questo punto è forte. Se ci fanno fare questi esami credo che la revisione del processo sia dietro la porta. Se invece i reperti sono andati distrutti e non ce li faranno mai analizzare, la questione si complica», ribadisce l’avvocato nelle ultime interviste degli scorsi mesi. Lo stesso Terzi sottolinea un fatto importante: Bossetti continua a dirsi innocente («non posso essere io il colpevole perché non ho mai conosciuto e visto quella ragazza») eppure non può dimostrarlo visto che non gli è mai stata data possibilità di fare quella perizia scientifica che potrebbe rilevarsi la contro-prova regina. La lettera inviata da Bossetti a Terzi in questo senso è eloquente: «Sono fiducioso in questa udienza che mi darà la certezza di una svolta decisiva a questo caso. Credo nella giustizia, anche se fino adesso non mi ha dato la possibilità di dimostrare la mia innocenza ed è un bene che ora me ne dia atto. Spero che questi reperti siano stati conservati correttamente come più volte ho chiesto perché solo, e ripeto solo, attraverso l’esame di questi potrà essere evidenziato il clamoroso errore giudiziario!!! Io sono INNOCENTE e non smetterò mai ne di gridarlo ne di lottare per dimostrarlo», scrive il muratore ergastolano. Secondo gli avvocati della difesa momento cruciale sarà quel 19 maggio prossimo, mentre per il giornalista Terzi una conclusione “di parte” se la lascia scappare «Yara Gambirasio merita il colpevole oltre ogni ragionevole dubbio e non un colpevole».

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