13 anni fa, il 26 febbraio 2011, il corpo senza vita della piccola Yara Gambirasio fu scoperto in un campo a Chignolo d’Isola, in provincia di Bergamo, a 3 mesi esatti dalla scomparsa della 13enne. Per l’omicidio è stato condannato in via definitiva all’ergastolo Massimo Bossetti, ex muratore di Mapello che da sempre si dice innocente e che, pochi giorni fa, ha incassato il no della Cassazione all’analisi dei reperti che lo hanno inchiodato e che la sua difesa non ha mai visto né esaminato.
L’autore del ritrovamento, Ilario Scotti, è un appassionato di aeromodellismo che quel giorno si sarebbe imbattuto nel cadavere di Yara Gambirasio mentre cercava un modello che gli era caduto in quell’area. Durante il processo a carico di Massimo Bossetti, nel 2015, l’uomo raccontò in aula un particolare relativo proprio a quel giorno e alla presenza, nello stesso campo, di una persona mai identificata che, a suo dire, lo avrebbe fissato a lungo mentre attendeva l’intervento delle forze dell’ordine sul posto. Un giallo mai chiarito che, davanti alla “prova regina” dell’accusa, il Dna “Ignoto 1” che avrebbe incastrato Bossetti, sarebbe finito velocemente all’ombra della cronaca giudiziaria.
Il racconto dell’uomo che trovò il corpo di Yara Gambirasio: “C’era un tizio che mi fissava”
Ilario Scotti trovò il corpo della piccola Yara il 26 febbraio 2011 nel campo di Chignolo d’Isola, 3 mesi esatti dopo la scomparsa della 13enne di Brembate di cui si persero le tracce il 26 novembre 2010. Nel suo racconto in aula, ricostruisce Il Corriere della Sera, l’uomo descrisse la misteriosa presenza di un “tizio” che, per circa 15 minuti, lo avrebbe fissato insistentemente mentre aspettava l’arrivo delle forze dell’0rdine dopo l’allarme lanciato a seguito della scoperta del cadavere.
Al Tg1 la sua testimonianza dell’epoca sul momento del ritrovamento: “Non ho visto subito il corpo, cercavo il mio aeroplanino. Il corpo era lì a un metro e mezzo, neanche, era supino. Ho visto una cosa nera, mi sembrava un mucchio di stracci all’inizio, poi un manichino, ho chiamato subito e ho detto ‘forse ho trovato un cadavere’“. In tribunale, nella sua deposizione durante il processo per l’omicidio di Yara Gambirasio che vide imputato Massimo Bossetti, l’aeromodellista rivelò la particolare circostanza relativa al misterioso uomo avvistato a circa 200 metri da lui, nel campo di Chignolo, proprio nei terribili istanti successivi alla scoperta del corpo: “Ricordo una persona che era arrivata ai bordi del campo su un’utilitaria. Non era molto alto, aveva pochi capelli, direi sui cinquant’anni. Sarà rimasto a guardarmi per 10-15 minuti, dopo la mia chiamata alla polizia, arrivata poi sul posto in una ventina di minuti in tutto. A un certo punto quell’uomo è anche salito su un blocco di cemento, in piedi, continuando a guardare verso di me“.