Le Iene tornano ad occuparsi dell’omicidio di Yara Gambirasio alla luce delle recenti novità. Il gip di Venezia, infatti, ha chiesto che la pm Letizia Ruggeri sia indagata con l’ipotesi di depistaggio e frode processuale in relazione alla presunta non corretta conservazione dei 54 campioni di Dna ritrovati sul corpo della ragazzina, per il cui omicidio è stato condannato all’ergastolo Massimo Bossetti. Il programma di Italia 1 ha annunciato un aggiornamento con l’inviato Antonino Monteleone.



Il professor Sergio Novani, insegnante di procedura penale all’università dell’Insubria e consulente del team difensivo dell’ex muratore di Mapello, a Luccaindiretta ha spiegato che si tratta di un’indagine «per fare luce sulle responsabilità di chi ha determinato la distruzione del materiale». Il riferimento è ai 54 reperti con tracce di Dna che, di fatto, hanno rappresentato l’architrave dell’impianto accusatorio contro Massimo Bossetti nella vicenda relativa all’omicidio di Yara Gambirasio. Nel dicembre 2019 furono spostati dalle celle frigorifere dell’ospedale San Raffaele di Milano all’ufficio corpi di reato di Bergamo. Secondo la difesa, così sarebbe stata interrotta la catena del freddo deteriorando il materiale biologico e rendendolo inutilizzabile. Una vicenda tutt’altro che trascurabile per la difesa, che in parallelo lavora alla richiesta di revisione del processo, che infatti è in fase di stesura.



IL CONSULENTE DI BOSSETTI “PERCHÈ INCHIESTA SU REPERTI DNA IMPORTANTE PER ISTANZA REVISIONE”

«Lo stesso gip che ha ricordato le dichiarazioni convergenti del professor Casari e del comandante Lago dei Ris, consulenti nel processo per l’accusa, dove entrambi affermano in modo inequivocabile che il materiale fosse sufficiente per successive analisi», aggiunge il professor Sergio Novani a Luccaindiretta. Invece, alla prima udienza dibattimentale è emerso che il materiale biologico era esaurito. «Questa circostanza di assenza di materiale viene confermata anche dalla sentenza di secondo grado e in Cassazione. Nessuno in tre gradi di giudizio ha detto, invece, che il materiale per fare altre analisi c’era, negando all’imputato, poi condannato, la possibilità di vedersi formare la prova in dibattimento», aggiunge il consulente di Massimo Bossetti, per il quale non è così scontato che il Dna di Ignoto 1 trovato su Yara Gambirasio corrisponda a quello dell’ex muratore. «I nostri genetisti non sono d’accordo. Ma non mi interessa questo, mi interessa che nel processo sia stata negata la possibilità di fare altre analisi sulle 54 provette». Questo per Novani vuol dire che «i tre gradi di giudizio sono stati falsati». Per quanto riguarda la richiesta di revisione del processo, ha ribadito che sarà depositata nei prossimi mesi. Il fatto che «il processo sia falsato in tre gradi, secondo noi è sufficiente per presentare istanza di revisione».

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