I processi si fanno in tribunale, non su Netflix: per questo i genitori di Yara Gambirasio hanno scelto di non essere coinvolti nella realizzazione della docuserie che sta facendo discutere e di cui vi abbiamo parlato approfonditamente, mettendo anche in luce quanto evidenziato dalla verità processuale sul caso e su Massimo Bossetti, condannato in via definitiva all’ergastolo. A parlare è l’avvocato Andrea Pezzotta, legale della famiglia della ragazza scomparsa 14 anni fa in provincia di Bergamo e trovata morta tre mesi dopo. «La famiglia di Yara Gambirasio e noi difensori abbiamo ritenuto non fosse opportuno partecipare a questi spettacoli tv sulle vicende giudiziarie», ha dichiarato a Il Tempo, ribadendo qual è la linea.
Il legale ha spiegato di aver visto la serie, concludendo che non aggiunge niente di nuovo rispetto alla posizione della difesa e che ha, quindi, «un taglio innocentista». Per l’avvocato Pezzotta «è evidente che è costruita per convincere gli spettatori che quel signore è innocente», quindi non la ritiene una operazione imparziale, ma realizzata con un obiettivo preciso.
IL LEGALE DELLA FAMIGLIA DI YARA GAMBIRASIO CONTRO LA SERIE NETFLIX
La docuserie di Netflix sul caso Yara Gambirasio in realtà alimenta i dubbi sulla reale colpevolezza di Massimo Bossetti e ne insinua altri sul fatto che il processo non sia andato oltre ogni ragionevole dubbio. A tal proposito, l’avvocato Andrea Pezzotta si è rifatto alle parole del giornalista e critico televisivo Aldo Grasso, che sul Corriere della Sera ha scritto che andava intitolata “Bossetti innocente”. «La cosa giusta l’ha detta Grasso», il commento del legale affidato a Il Tempo.
L’avvocato Pezzotta ha anche precisato di non aver affrontato la questione con i genitori di Yara Gambirasio, con cui pertanto non ha affatto parlato della docuserie. Ne hanno invece parlato quando furono avvisati di tale progetto. «Loro, seguendo la linea di sempre, hanno detto che volevano starne fuori nella maniera più assoluta», ha aggiunto il legale, secondo cui è stata la scelta migliore, visto che è stata portata avanti una ricostruzione «innocentista».