Yara Gambirasio, il 2 dicembre si è tenuta a Bergamo la nuova udienza per la difesa di Massimo Bossetti, nella quale la difesa ha chiesto di riesaminare alcuni reperti che erano stati raccolti nel corso delle indagini per trovare prove utili all’accoglimento della revisione del processo. Un procedimento chiesto dai legali dell’imputato che è stato già condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio della 13enne, scomparsa il 26 novembre 2010. La Corte d’Assise ha accettato di far analizzare di nuovo alcuni materiali ritrovati sul luogo dove il corpo di Yara era stato rinvenuto, ed alcuni oggetti appartenuti alla vittima.



In particolare si tratta di cuffie dell’Ipod, chiavi di casa e guanti che la ragazza aveva al momento della scomparsa, oltre a materiali autoptici che si trovano attualmente conservati presso l’Istituto di Medicina Legale di Milano. La speranza degli avvocati, come aveva già dichiarato lo stesso condannato più volte, è quella di ottenere finalmente un via libera per riaprire il caso e dimostrare una innocenza proprio a partire da questi nuovi elementi, che potrebbero confermare incongruenze che andrebbero oltre il semplice confronto del Dna.



Nuova udienza caso Yara Gambirasio, i legali di Massimo Bossetti chiedono la revisione del processo con l’analisi dei reperti

Grazie alla nuova udienza ottenuta dalla difesa di Massimo Bossetti, potrebbero essere riaperte le indagini sul caso Yara Gambirasio, con una revisione del processo che l’imputato chiede da tempo dichiarandosi innocente. Anche se la condanna è stata confermata con l’ergastolo per ogni grado di giudizio, soprattutto per la corrispondenza del Dna trovato sui vestiti della vittima, ma non solo, i legali ora sperano di poter trovare nuovi elementi contraddittori per dimostrare l’estraneità del loro assistito nell’omicidio della 13enne.



La Corte ha autorizzato il riesame dei reperti e degli oggetti di Yara, gli stessi sui quali furono trovate le prove che poi portarono all’arresto di Bossetti, nonostante lo scorso febbraio la richiesta era stata giudicata inammissibile. Nel frattempo, come conferma anche Il Fatto Quotidiano, è stata anche archiviata la denuncia, fatta dallo stesso imputato, contro la Pm Letizia Ruggeri, indagata per aver spostato alcune provette che contenevano il materiale biologico raccolto durante l’inchiesta. La sentenza ha infatti stabilito che il comportamento non è stato mosso da finalità illegittime o illecite.