Yascha Mounk, intellettuale di sinistra critico verso la deriva estremista e dogmatica della “cultura woke”, è stato accusato di stupro. Il 41enne, nato a Monaco di Baviera, vive negli Stati Uniti da quando è fuggito dalla Polonia nel 1969. Ha studiato a Oxford e poi ad Harvard e collabora con testate prestigiose come il New York Times e il Wall Street Journal. A gennaio, una giornalista americana di 28 anni, Celeste Marcus, ha raccontato di essere stata stuprata nel 2021. Il 4 febbraio ha poi fatto il nome del presunto stupratore: Yascha Mounk. La violenza sarebbe avvenuta al termine di una serata tra amici a casa della stessa giornalista. Accuse smentite dall’intellettuale che con certezza ha ribadito: “È categoricamente falso”.
Negli Stati Uniti, però, tanto è bastato per scatenare una tempesta. Da una parte ci sono coloro che si appellano alla presunzione di innocenza e allo stato di diritto: Marcus, infatti, non ha sporto denuncia. C’è però chi, in nome del movimento del “Me too”, lo accusa senza indagini e senza un processo equo. Tra questi c’è il magazine The Atlantic che ha sospeso la collaborazione di Mounk, così come Council on Foreign Relations.
Yascha Mounk, Usa divisi dopo le accuse di stupro
Come spiega il Corriere della Sera, Mounk Yascha è un progressiva con l’obiettivo di “guarire la sinistra radicale” dalla propria patologia, che rischia di distruggere la nostra democrazia. A dimostrarlo è ad esempio la censura nei campus universitari, secondo lo studioso. Le accuse di stupro nei confronti dell’intellettuale hanno diviso gli Stati Uniti. C’è anche chi, garantista, difende Mounk, come Nancy Rommelmann, su Substack: “È un’altra prova che non siamo più nel 2020, tantomeno nel 2017. La scrittrice Celeste Marcus cerca una vendetta pubblica contro lo scrittore Yascha Mounk, sostenendo che lui l’avrebbe violentata nel 2021. Lei esige che venga fatto qualcosa. Che cosa, esattamente, nessuno lo ha capito”.
Come prosegue Rommelmann, infatti, “Marcus non ha presentato denuncia alla polizia, né ha avviato una causa civile. Ha scritto un articolo per il magazine letterario che dirige, Liberties. Ritiene che il direttore di The Atlantic (da cui Mounk è stato cacciato) sia uno strumento per ottenere ciò che lei vuole. Ma a parte il fatto che lei desidera che Mounk si veda allo specchio come uno stupratore, e che lui smetta di vivere, l’obiettivo di Celeste Marcus è vago…”. Secondo la giornalista, forse si tratta dell’inizio di una correzione di rotta, visti i danni provocati dalla cultura woke contro cui Mounk si è ribellato.