Yeman Crippa, oro nei 10 mila metri agli Europei di atletica di Monaco di Baviera, ha raccontato al Corriere della Sera la sua vita, dall’infanzia in Etiopia al trasferimento in Italia. A 5 anni è rimasto orfano dei suoi genitori biologici. “Ho qualche ricordo. Brutto. Se ne sono andati tutti e due per una malattia infettiva”. Poi l’adozione da parte di una coppia italiana. “Mi sento fortunato. Questa, in fondo, è la mia seconda vita”.



Il cambiamento è stato radicale. “In Etiopia mi aspettava un’esistenza misera, da orfano in orfanotrofio, non avevo idea di come sarebbe andata a finire. I miei genitori adottivi mi hanno dato una possibilità: una vita normale, un tetto, la scuola, l’atletica”. Anche se a coloro che sono nati in Italia ciò può sembrare poco. “Avere dei vestiti e dei libri di scuola in Trentino era già tantissimo. I miei compagni avevano tutto, abiti di marca e giocattoli di cartoleria. Io non ho mai avuto né giochi né vestiti comprati, mai avuto cose materiali”.



Yeman Crippa, infanzia in Etiopia: “Orfano a 5 anni”. Ora la sua famiglia in Italia

Insieme a Yeman Crippa, dopo l’infanzia da incubo in Etiopia, in Italia sono arrivati anche i suoi fratelli. “Ci siamo sempre dovuti meritare tutto, ma va bene così. Ho imparato a soffrire, a sacrificarmi, a lavorare con determinazione per un risultato”, ha raccontato l’atleta azzurro al Corriere della Sera.

Ora lui e i suoi fratelli ringraziano il Paese che li ha accolti dopo che sono rimasti orfani, ma non dimenticano le proprie origini. “I bambini in Africa sono per forza molto avanti: crescono per strada, fanno e capiscono cose che un bambino italiano non farebbe e non capirebbe mai. Chi lascia un bambino per strada, in Italia? Nessuno. Ma in Etiopia è la normalità. Io sono cresciuto così”. È per questo motivo che sperano che anche altri possano avere la loro fortuna e vivere una vita migliore.