LA (TIMIDA) APERTURA DELL’UCRAINA AI NEGOZIATI DI PACE

Nonostante la netta risposta del Presidente Zelensky all’ipotesi formulata dal Capo di stato maggiore della Nato – sull’eventualità di una cessione di territori dell’Ucraina alla Russia in cambio di un ingresso nell’Alleanza – abbia significato una sorta di ulteriore cesura alla possibilità di trattative di pace, la timida apertura che arriva oggi da Kiev può significare molto in termini di diplomazia.



L’indomani dalle dichiarazioni importanti del Presidente della Bielorussia Lukashenko sulla possibilità concreta di far finire la guerra con un negoziato, una risposta “indiretta” arriva dall’intervento del Capo dell’Ufficio di gabinetto del Presidente ucraino, Andriy Yermak, nel quale si fa riferimento alla necessità di raggiungere una trattativa finale per poter ottenere «pace e vittoria». «Il Presidente Zelensky ha proposto la sua Formula di Pace (i famosi 10 punti di Zelensky, ndr) al Vertice del G7 dello scorso novembre e da allora altri Paesi che rispettano incondizionatamente l’indipendenza, l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina si sono uniti desiderosi di attuare l’iniziativa». Secondo Yermak, vi è piena coscienza a Kiev che occorre «trattare per ottenere pace e vittoria».



YERMAK: “UCRAINA È FUTURO DEL MONDO, I LEADER DEVONO ISOLARE LA RUSSIA”. IL PIANO IN 3 FASI

Il punto è capire come e con quali interlocutori avviare le trattative di pace per far finire una guerra giunta oggi al giorno numero 541: qui l’Ucraina ancora reputa la Russia al tavolo di pace una scelta da non percorrere, lanciando verso l’Occidente segnali ben chiari e rispondendo indirettamente alle richieste pervenute dal vertice di Gedda, dalla missione di pace del Vaticano e dallo stesso piano della Nato (poi però smentito dal generale Stoltenberg quasi immediatamente). «Stiamo combattendo, ma siamo consapevoli che la vittoria e la pace non saranno raggiunte sul campo di battaglia da soli. La collaborazione e lo sforzo collettivo sono ingredienti fondamentali per il successo di questa ricetta. Abbiamo quindi elaborato un modello in tre fasi per garantire che la Formula diventi internazionale», rilancia ancora Yermak nell’intervento riportato integralmente oggi su “La Repubblica”.



La prima fase del piano di pace dell’Ucraina riguarda gli incontri con gli ambasciatori dei Paesi partecipanti come alleati dell’Ucraina per «la descrizione dettagliata di ogni punto della Formula di pace». In secondo luogo, scrive ancora il braccio destro di Zelensky, occorre costituire «incontri selezionati con i consulenti per la sicurezza nazionale per definire i meccanismi ottimali di attuazione e preparare le raccomandazioni per i leader degli Stati»; la terza e ultima fase è invece il piano congiunto con i capi di Stato e di governo, «Il loro Vertice Globale per la Pace dovrebbe diventare un evento fondante degli sforzi internazionali congiunti per porre fine alla guerra nei termini della giustizia. Questo è l’unico modo giusto per affrontare lo snobismo e il ricatto dell’aggressore».

La base del vertice di Gedda con oltre 40 Paesi presenti è l’idea in testa di Kiev che però chiede nei confronti di Mosca un atteggiamento tutt’altro che diplomatico: «serve l’isolamento della Russia», anche se non specifica Yermak in maniera perentoria la non presenza del nemico al tavolo di pace. Già così sarebbe una grande novità – seppur timida nel suo slancio – per iniziare ad ipotizzare una trattativa fra Occidente, Ucraina e Paese invasore: «non parliamo solo della fine della guerra. Stiamo parlando del futuro. Il popolo ucraino non dimenticherà mai coloro che sono stati al suo fianco per tutto questo tempo. Coloro che – a prescindere dal livello delle relazioni precedenti – hanno sostenuto l’Ucraina nella sua giusta lotta per l’indipendenza, la sovranità e l’integrità territoriale».