Il dolore per la scomparsa di Ylenia Carrisi non si è mai affievolito per le sorelle e la madre Romina Power. Proprio loro ne hanno parlato a Verissimo, non riuscendo a trattenere le lacrime per quanto accaduto a Ylenia Maria Sole Carrisi, scomparsa misteriosamente 25 anni fa. “Forse con un po’ di terapia e l’età inizi a fare pace col tema Ylenia. Non ci sentiamo sole in questo dolore, ci sono tante famiglie che lo provano. Bisogna condividerlo per sentirsi un po’ meno soli”, ha detto Cristel Carrisi nel salotto di Silvia Toffanin.
È riuscita a parlarne di più Romina Carrisi, che si è lasciata andare alle lacrime ripensando alla sorella scomparsa: “È una ferita che rimarrà per sempre abbastanza aperta ed esposta, ma ci tengo a parlarne ora dopo anni in cui ho avuto un pudore pugliese, perché in Italia ci sono 6mila ragazze che ogni anno spariscono. Io empatizzo col dolore che provano le famiglie di queste ragazze”.
Ylenia Carrisi, i ricordi delle sorelle Cristel e Romina
“È una ferita che non si rimargina”, ha ripetuto Romina Carrisi a Verissimo. “Ad un certo punto rivivi sempre i ricordi, ma devi anche lasciare andare, perché ognuno ha un proprio destino”, ha spiegato la giovane figlia di Romina Power e Albano Carrisi. Entrambe hanno parlato anche degli anni travagliati per l’attenzione mediatica sulla separazione dei genitori. “È stato salutare andare via, avere 14 anni e con un Paese che parla della separazione dei tuoi genitori, ed era doloroso per noi figli, non era facile. Non c’era un’oasi dove potersi riparare. Per me la Svizzera è stato questo. Per me è stata una salvezza”, ha dichiarato Cristel.
Invece Romina Carrisi ha offerto il suo punto di vista: “Noi non ci sentivamo le figlie di. Inizialmente sono rimasta a Roma con mia madre, a 22 anni ho deciso di andare a Los Angeles perché non volevo essere riconosciuta per la fama altrui. Volevo essere anonima, come tutte le altre, ma anche responsabile. Ho studiato recitazione ed è stato il periodo più bello della mia vita. Mi ha fatto scoprire un altro lato di me se non me stessa. Non ero più confusa”.