L’economia spagnola è migliorata grazie ai salari più alti, non ha dubbi Yolanda Diaz, ministra del Lavoro del governo Sanchez. Intervenuta ai microfoni di Repubblica, la 51enne ha spiegato che le imprese hanno preso bene questo cambiamento e i dati confermano la bontà della decisione: “I nuovi contratti aumentano e questo sta avvenendo anche nei settori stagionali, grazie ai contratti ‘discontinui ma stabili’. Un lavoro di qualità è un bene per le aziende stesse, il lavoro precario rende anche le imprese precarie”.



Yolanda Diaz ha sottolineato che oggi è più difficile licenziare in Spagna, con un aumento dell’indennizzo destinato al lavoratore. La ministra del lavoro ha poi rimarcato che la Spagna è stato il primo Paese a prendere provvedimenti specifici su gig economy e algoritmi: “Con la presunzione di lavoro alle dipendenze, i rider, non li consideriamo ‘liberi professionisti’. E poi gli algoritmi devono essere trasparenti e imparziali, non possono penalizzare un lavoratore rispetto a un altro, troppo conflittuale”.



YOLANDA DIAZ TRA SALARIO MINIMO E INFLAZIONE

Per quanto riguarda il salario minimo, la Spagna lo ha aumentato su base mensile del 36 per cento con l’obiettivo di combattere la povertà. Yolanda Diaz ha sottolineato che la misura “ha dimostrato di essere utile anche contro il divario retributivo di genere”: “Il punto è che la questione salariale è fondamentale per uscire dalla crisi causata dall’aggressione di Putin all’Ucraina. Serve superare definitivamente la stagione dell’austerità per un’Europa sociale dei giovani, delle donne, dei lavoratori, altrimenti il malessere sociale nei prossimi mesi è destinato ad aumentare”. Yolanda Diaz ha invocato un patto sociale tra gli Stati membri Ue per colmare i gap interni che causano dumping salariale. Poi una battuta sull’inflazione, che scuote anche Madrid: “Non è dovuta dall’aumento dei salari ma alla crescita del prezzo di energia e materie prime. Bisogna intervenire sulle cause reali, quindi. In Spagna ci sono 5 milioni di persone che vivono la povertà energetica mentre le nostre tre grandi imprese del settore fanno extraprofitti. Sarà pure legale ma è profondamente ingiusto”.

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