Youma Diakitè è stata ospite presso gli studi di Storie Italiane, su Rai Uno, per raccontare la sua vicenda di stalking durata anni. “E’ andata avanti per sei anni – spiega – inizialmente mi scriveva solo sui social, e inizialmente mi faceva anche ridere. Io comunque non ci facevo più di tanto caso, la vivevo in maniera distante. Solo che quando ho iniziato a bloccarlo lui poi mi scriveva sotto un altro profilo. Mi sono resa conto che erano passati sei anni da quando ho denunciato. E’ venuto anche a casa mia, non so come faceva a sapere il mio indirizzo. Queste persone arrivano a fare qualsiasi cosa. Quel giorno che è venuto a casa mia mi aveva citofonato dicendo che ci fosse una raccomandata per me, io ho aperto pensando fosse il postino e me lo sono trovato in casa. Lui mi diceva che eravamo destinati a vivere insieme, e che il mio compagno era un impedimento alla nostra relazione”.
YOUMA DIAKITÈ: “MI SONO SPAVENTATA E HO DENUNCIATO”
Quindi Youma ha deciso di denunciare: “Mi sono spaventata e ho denunciato. I carabinieri ci hanno messo un attimo a ritrovarlo, e hanno fatto un ordine di allontanamento. Ultimamente ho saputo che si andrà a processo e significa che le denuncie funzionano”. Il giornalista Fredella, in studio a Storie, ha commentato: “Significa che la denuncia serve, visto che la Procura in un attimo riesce a rintracciare queste persone. Il problema dei social è che noi pubblichiamo molte cose della nostra vita quotidiana quindi queste persone riescono a risalire a informazioni private. Bisogna stare attenti, come quando ad esempio ci tagghiamo in un posto dove siamo: diciamo ad un’altra persone dove ci troviamo in quel momento”. Presente in studio anche Carmen Di Pietro, altra vittima di stalking, che ha aggiunto: “Era una persecuzione, non ne potevo più, alla fine ne ho parlato con te. Serve eccome parlarne perché adesso questa persona non mi scrive più da quando ne ho parlato pubblicamente. Quando io sento dire che la denuncia non serve a nulla, vi dico che non è vero”.