In questi giorni di giugno, in cui solo i maturandi sono ancora impegnati con la scuola, tanti giovani progettano lo svago estivo: vacanze, viaggi, mare, feste con amici, scorpacciate di serie tv e magari anche un po’ di studio per chi deve recuperare un debito. Tra desideri, sogni e fantasie si articola il tempo dei ragazzi che, liberi da lezioni e compiti, si immergono nella stagione del divertimento, da molti ricercato sui social attraverso scherzi e challenge.



Tutto molto ordinario fino a quando il contenuto di un video che promette proprio questo divertimento anticipa una tragedia, diventata realtà nell’arco di poche ore. “Ehi ragà sta macchina va più veloce de Saetta McQueen … Daje che so’ il protagonista di Fast & Furios 27! … Sta levetta a che serve? Ad andare nell’idrospazio insieme a Skywalker? … Ma questo con la Smart che sta facendo? Ah bello, la macchina tua costa trecento euro usata al Conad, la mia costa un miliardo… Mi sembra di cavalcare un drago”.



Queste alcune delle frasi dell’ultimo video, postato su TikTok, dai Theborderline, gli youtuber che poco dopo, a bordo della Lamborghini, noleggiata per una challenge, consistente nel guidare ininterrottamente per 50 ore, lasciavano senza vita un bambino di cinque anni, davanti all’asilo, da cui la mamma lo aveva appena ripreso, proprio con la sua Smart, insieme con la sorellina di tre anni.

Gli abitanti del quartiere hanno raccontato che da due giorni vedevano i ragazzi sfrecciare per le strade alla guida del Suv, alternandosi al volante, filmando e fotografando i momenti della sfida che avrebbero pubblicato per i loro followers, a cui si proponevano – parole loro – di regalare “scherzi di ogni tipo” per strappare “una risata in ogni momento”.



L’assolutizzazione del divertimento a qualunque prezzo! Anche a costo di superare il confine della realtà, fatta di corpi umani, con limiti di stanchezza e di lucidità, fatta di corpi fisici che scontrandosi si distruggono, fatta di macchine che non sono macchinine, fatte di vite vere e non di personaggi di videogiochi, che appena abbattuti si possono rialzare.

Perché dire sì ad un invito che si presenta folle nella sua stessa enunciazione – guidare ininterrottamente per cinquanta ore – e che diventa una challenge proprio per il suo carattere di assurdità? Superare la linea di confine …, come dice il nome stesso del gruppo: Theborderline. Andare oltre la realtà, verso un impossibile che con i suoi toni fantastici, fatti di draghi, di cartoni animati e saghe interstellari, ricorda le favole per bambini, e con esse un tempo in cui è stato possibile a tutti sperimentare un divertimento reale che si coniugava però pacificamente con il riconoscimento di un limite, di un bordo, che separa realtà e finzione, sicurezza e pericolo, vita e morte.

La linea di confine, il bordo necessario – come quello del guardrail, che protegge il nostro viaggio – quando diventa un limite angusto? Noia insostenibile? Come si produce la necessità di rischiare la vita propria e sacrificare quella di altri, in nome di una “risata” ad ogni costo, “in ogni momento”?

Che sia forse giunto il tempo – dopo tanto inneggiare ai supereroi, all’eterna giovinezza, alla genialità, al super uomo, alla superiorità della razza, piuttosto che del conto in banca o delle curve – di provare a comprendere cosa davvero sia un limite? (potremmo costatare di non saperlo!) Chissà che possa accaderci di scoprire che la linea di confine è proprio il punto di incontro tra soggetti distinti, la cui soddisfazione non prevede il superamento di alcunché?

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