Il terribile incidente avvenuto a Casal Palocco per mano di un gruppo di Youtuber a bordo di una Lamborghini e costato la vita a un bimbo di appena cinque anni in auto con la sua mamma, pone inevitabilmente a ridiscutere il ruolo dei social tra i ragazzi e nella società. “Sono convinto che i social e in generale le nuove tecnologie abbiano grande potenzialità se ci aiutano a migliorare, a cambiare noi stessi in positivo – spiega lo psicologo e psicoterapeuta Luca Mazzucchelli tra le pagine de Il Giornale – Sono il primo a usare un canale Youtube nel mio lavoro, ma sono anche padre di tre figli e non posso restare indifferente davanti a certe estremizzazioni. Bisogna domandarsi se siamo noi a controllare la tecnologia o lei a controllare noi”.



In particolare occorre domandarsi la ragione per la quale giovani e giovanissimi abbiano i social e gli Youtuber come punti di riferimento. Secondo l’esperto ciò avviene “perché c’è l’idea che facendo quello che fanno faticano poco, guadagnano tanto e soprattutto vengono riconosciuti da tutti, in strada e nella vita di tutti i giorni. È passato il messaggio che più like hai più conti e sei potente, più la tua vita sarà semplice”. Ma non solo, perché “in nome di questo si arrivano a fare cose assurde e sbagliate, come abbiamo visto proprio in queste ore. Si è disposti a tutto, a volte, per avere visualizzazioni e sentirsi di conseguenza importanti”. A tutto, compreso monetizzare sulla vita di un bambino morto.



Youtuber, Lamborghini e social: “chi fa cose folli attira attenzione e in questo mondo conta di più”

Incidente di Casal Palocco provocato dagli Youtuber in Lamborghini e ruolo dei social, per l’esperto Luca Mazzucchelli, raggiunto da Il Giornale, “l’autostima per molti cresce con i like. Chi grida di più, stupisce, fa cose folli attira attenzione e chi ha più follower in questo mondo social conta di più. Prima c’erano altre dipendenze, come la droga, ora invece viviamo in una società dove è impossibile non scivolare in canali Youtube, non ricevere video Instagram, non guardare Tik Tok”. In questa società dominata dai social è dunque fondamentale “intervenire educando i figli già da piccoli, perché sappiano guardare con distacco i modelli spesso sbagliati proposti da fashion blogger, youtuber e influencer”.



Per l’esperto “non bisogna proibire ai giovani l’accesso a ciò che le nuove tecnologie offrono” e allo stesso tempo “vanno rispettate le regole. Se ce n’è una che stabilisce che non ci si può iscrivere a un social fino a una certa età o non si può aprire un account, perché violarla? Evidentemente se c’è un paletto è perché prima non si è emotivamente e cognitivamente pronti a gestire qualcosa”.