Incidente di Casal Palocco, un bimbo di 5 anni ha perso la vita, travolto da un gruppo di Youtuber a bordo di una Lamborghini presa a noleggio per una challenge e per ottenere visual sui social. Un uomo, presente sul luogo dell’incidente poco dopo che la tragedia si era consumata, ha voluto fornire la sua testimonianza di quanto successo e in particolare di come avrebbero reagito i cinque ragazzi coinvolti, apparsi del tutto distaccati di fronte all’immensità di quanto appena compiuto.
Il signor Fabio, raggiunto dalle telecamere de la Vita in Diretta, trasmissione in onda su Rai Uno, ha svelato che “dopo circa un’ora dall’incidente mi si è avvicinato uno dei cinque occupanti della macchina” il quale “chiaramente cercava di minimizzare il mio stato d’animo sconvolto, e mi ha detto:‘ tranquillizzati perché tanto daremo un sacco di soldi alla famiglia e sistemeremo tutto’”. Parole agghiaccianti dinanzi alle quali “io non sapevo che cosa dire, ma questo era quello che è successo e l’ho riportato a chi di dovere”. Come si apprende nel corso del programma, inoltre, secondo alcune testimonianze sembra che i genitori di uno degli youtuber, accorsi anche loro sul luogo della tragedia, avrebbero pronunciato queste parole: “non preoccupatevi, è una bravata e sistemeremo tutto”.
Incidente Casal Palocco, youtuber a bordo di Lamborghini uccidono bimbo: “erano sereni”
Tragedia di Casal Palocco, il testimone sentito da La Vita in Diretta invita a pensare non soltanto al gruppo di youtuber a bordo della Lamborghini, ma “pensiamo anche ai 600.000 like di queste idiozie che stanno girando su internet, a quello che sta succedendo su YouTube, perché nessuno sta chiudendo questi canali, perché nessuno ha visto in 48 ore che c’era un SUV ad altissima velocità che girava nel quartiere di Casal Palocco”. In merito a questa vicenda, l’uomo afferma che “ce ne sono tante di colpe. Non prendiamocela solo con questi ragazzi che non hanno avuto un’educazione sufficiente da avere una moralità per capire che la vita di un bambino di cinque anni non è ripagabile con qualsiasi cifra”.
Un atteggiamento di cinico distacco, quasi dettato dalla convinzione che i soldi possano ricompensare la vita umana. Una testimonianza simile a una raccolta dalla trasmissione Ore 14, che ha raggiunto il padre di un compagno di scuola del bimbo rimasto ucciso nell’incidente: “la cosa che a me ha scosso era la loro tranquillità, avevano appena ucciso un bambino di cinque anni ed erano qui che ridevano e pensavano a fare un video”. E rivela che “questi ragazzi erano sereni, nessuno ha pianto, nessuno ha tirato fuori una lacrima”.