Roberta Bruzzone parla di “chiara volontà omicidiaria” nel caso di Yuri Urizio, il 23enne strangolato sui Navigli a Milano nella notte tra martedì e mercoledì. Per l’omicidio è stato fermato un 28enne tunisino, attualmente in carcere. Secondo la versione fornita in sede di interrogatorio, l’indagato avrebbe detto agli inquirenti di aver agito per difendere una donna ma il suo racconto non convincerebbe.
Yuri Urizio sarebbe stato aggredito in viale Gorizia, a pochi passi dalla Darsena, ed è morto dopo due giorni di coma al Policlinico. In manette Cubaa Bilel, originario della Tunisia e irregolare in Italia, riporta Ansa, che fin dall’inizio avrebbe detto di avere “bloccato” la vittima dopo aver notato che importunava una ragazza. Secondo la criminologa Bruzzone, la presa intorno al collo del 23enne, durata 7 minuti secondo quanto emerso, dimostrerebbe un intento di uccidere e una condotta portata a termine “nel buio della moralità“. “Ha ucciso un ragazzo perché semplicemente gli andava di farlo – ha dichiarato Roberta Bruzzone a Ore 14 esaminando la vicenda –, nessuno può credere alla sua versione, smentita dai video e dalla giovane che dice di aver soccorso. Non ci sono strade alternative, è omicidio volontario pluriaggravato e come tale andrà sanzionato“.
Il dolore della madre di Yuri Urizio e l’incontro con il primo soccorritore
La trasmissione di Milo Infante, Ore 14, ha raggiunto i parenti della vittima e in particolare la madre di Yuri Urizio, distrutta da un dolore insuperabile per l’atroce fine del 23enne. Davanti alle telecamere del programma, la donna ha ricordato il figlio dipingendone un dolce ritratto e sottolineando l’angoscia per la sua morte. Un delitto scioccante e immotivato che non smette di porre quesiti nelle coscienze e che ha visto una persona, un altro giovane, intervenire per primo dopo la brutale aggressione.
“Mi auguro che all’assassino venga dato l’ergastolo, chiedo giustizia e non ci può essere perdono”. La madre di Yuri Urizio ha chiesto di incontrare il ragazzo che lo ha soccorso per primo e che ha tentato di salvarlo, per ringraziarlo di averle dato comunque la speranza di riabbracciarlo. I due si sono visti per la prima volta dopo la morte del 23enne e il giovane ha raccontato la scena terribile che si è trovato di fronte in quei concitati momenti: “Sono passato in quel momento, ho misurato il battito, ho preso il polso, non respirava. In quel momento ho visto una pattuglia passare e ho urlato…“. “Io ti ringrazio – ha risposto tra le lacrime la madre della vittima – perché sei un gigante buono e sei l’ultimo che ha visto mio figlio. Grazie a te almeno per due giorni ho sperato che il mio Yuri tornasse. Hai fatto quello che potevi, è solo grazie a te che è arrivato in ospedale“. Il giovane che per primo ha soccorso il 23enne non è riuscito a trattenere il pianto, disperato per la tragedia in cui si è imbattuto in una serata come tante trasformata in un vero e proprio incubo.