Mohamed Adam Yusuf, ministro del lavoro e degli affari sociali in Somalia, ha parlato del rapporto tra il suo Paese e l’Italia a Il Mattino nel corso di un intervento al meeting Ocse-Scuola nazionale dell’amministrazione organizzato a Caserta. “La partnership è importante ed è fondata su un antico patto, che ha fatto la storia. Ma non si può pensare a una concreta prospettiva di sviluppo senza intervenire, prioritariamente, sotto il versante della nostra sicurezza”, ha affermato.
L’esponente del Governo somalo, infatti, teme per il futuro del Paese. “Oggi la minaccia che avvertiamo è data dalle frange che ancora resistono di Al Qaeda. Ed è questo il rischio maggiore: la distruzione dei nostri giovani, la loro manipolazione, che vuol dire l’abbattimento delle occasioni di sviluppo e il rallentamento del processo di cambiamento che stiamo cercando di portare avanti”. I passi in avanti a cui Yusuf fa riferimento, in particolare, riguardano la possibilità di offrire una vita sicura e prospera alle nuove generazioni, anche dal punto di vista lavorativo.
L’aiuto dell’Italia alla Somalia per un futuro più florido
È per questi motivi che la Somalia chiede aiuti all’Italia. “Abbiamo bisogno di fiducia e attenzione. Abbiamo un piano da 5,4 miliardi di dollari per il rilancio della nostra economia, delle infrastrutture e del nostro apparato sociale”, ha anticipato Mohamed Adam Yusuf. Un tema cruciale, in tal senso, è quello dell’emigrazione. L’obiettivo è trattenere a sé i giovani promettenti. “Qui devono intravedere la possibilità di realizzare i loro sogni, di vedere valorizzati i loro profili”.
La strada però è in salita. “Serve un vero cambio di impostazione culturale: il nostro Paese deve e vuole essere visto come una opportunità e non come una terra da abbandonare. Se i giovani si convincono di questo e se la minaccia Al Qaeda viene disinnescata, allora possiamo farcela. E su questo invochiamo l’aiuto di Stati amici come l’Italia e dell’Europa”, ha concluso.