Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ribadisce la necessità di riaprire al più presto la totalità delle attività produttive e spara a zero sulle misure restrittive che, secondo l’Inail, molti esercizi dovrebbero ancora mantenere per fronteggiare l’emergenza coronavirus anche dopo il 18 gennaio. E Zaia sembra avere la ferma volontà di superare determinati paletti: “Con le linee guida Inail di fatto non si apre, sarebbe una devastazione, spero che il governo demandi alle Regioni la possibilità delle linee guida regionali, in Veneto siamo già pronti: e stiamo lavorando affinché le linee guida Inail diventino, e io lo spero, un’alternativa da applicare solo nelle condizioni in cui la Regione non ha le proprie linee guida“. Queste le sottolineature di Zaia, nel corso della conferenza stampa quotidiana presso la sede della Protezione Civile di Marghera. “Ma se la Regione ha le proprie linee guida scritte dal Dipartimento Prevenzione della Sanità Pubblica regionale, chiediamo si applichino quelle. In sicurezza possiamo aprire e dal 18 maggio lo faremo: bar, ristoranti, spiagge, attività commerciali, negozi, attività di servizi alla persona, centri sportivi, palestre e piscine“.
ZAIA: “CI PRENDIAMO L’IMPEGNO COME REGIONE
Secondo Zaia l’autonomia delle Regioni sarà fondamentale per riuscire a ripartire dopo due mesi tra i più difficili in assoluto in tutto il dopoguerra: “L’impegno è importante, un impegno che ci prendiamo noi nella scelta perché l’ordinanza porterà la mia firma e lo faccio come un atto di responsabilità, sapendo che i veneti sono persone responsabili. Si tratta di una nuova edizione di autonomia differenziata in cui il governo dice: ‘facciamo un Dpcm e poi ogni Regione fa a modo suo‘. Il governo ci dia la stoffa e ci facciamo noi l’abito su misura perché ogni territorio ha le sue peculiarità“. L’importante però sarà semplificare le regole e non aggiungerne di nuove spesso in contraddizione con le altre, come evidenziato dal Governatore del Veneto. Per Zaia “servono poche regole, chiare e che mettano tutti in condizione di lavorare. E questo deve valere a maggior ragione per il turismo e in particolare per le spiagge. Ricordo che il Veneto è la regione più turistica d’Italia, il settore realizza 18 mld di euro di fatturato, di cui 9 mld proprio dal turismo in spiaggia: per noi quindi è una questione di vita o di morte. Le norme previste devono poter permettere l’attività agli operatori, non certo i 5 metri di distanza tra ombrellone e ombrellone“, ha spiegato.