Zaia: “I Giochi invernali meno impattanti della storia”

Sulle pagine de La Verità, Luca Zaia, governatore del Veneto, ha parlato di autonomia, affrontando la spinosa questione per la quale Lombardia e proprio la sua regione hanno votato nel 2017. In cinque anni, con cinque governi di mezzo, non si è ancora arrivati alla tanto auspicata attuazione. Le due regioni, inoltre, hanno portato avanti insieme la candidatura per i Giochi Olimpici del 2026, che si terranno tra Milano e Cortina d’Ampezzo.



Il politico della Lega ha affermato: “Questi sono stati ritenuti i Giochi invernali meno impattanti e più sostenibili della storia. Tutti ci dicono che dobbiamo prendere lezioni ambientali dal Nord Europa. Bene: il nostro avversario era la Svezia, ci provavano per l’ottava volta. Siamo stati scelti noi per la sostenibilità economica, finanziaria e ambientale perché c’è il riuso di tutto quello che avevamo”.



Zaia: “Fontana bravo durante l’emergenza Covid”

Parlando di Matteo Salvini, Luca Zaia ha spiegato: “Il nostro è un partito grande e con tante componenti, e io sono per il dibattito e il confronto estremo. Ma un leghista sa che l’unica cosa da non fare è mettere in difficoltà il partito. Se lo fai non sei un bravo leghista. Punto”. Riguardo Attilio Fontana, candidato alle Regionali della Lombardia, il governatore del Veneto ha affermato: “Conosco Attilio da decenni. È un bravo amministratore, arrivato in regione dopo essere stato sindaco di Varese e presidente dell’Anci, e ha affrontato con coraggio l’emergenza Covid. Ricordo a chi l’ha dimenticato che noi governatori eravamo in realtà commissari di governo e gestivamo la situazione in prima persona con decreti”.



A chi li accusa invece di aver centralizzato troppo, Zaia ha replicato: “Non ce la siamo cercata: era un obbligo di legge. Se qualcosa non va, la procura va da chi ha firmato le carte, non da chi chiacchierava. E le carte le poteva firmare solo uno. Il commissario o il soggetto attuatore da lui nominato. Ma il responsabile ultimo era sempre e solo uno. Meglio ricordarlo a chi oggi sale in cattedra”.