«Il Veneto può aprire tutto»: così Luca Zaia nell’odierna conferenza stampa per fare il punto della situazione sull’emergenza coronavirus nella Regione. Il governatore ha spiegato che sarebbe possibile affrontare qualsiasi riapertura, citando una certificazione giunta dal Comitato scientifico: l’esponente della Lega conferma così la volontà di accelerare in vista della Fase 2, puntualizzando che l’epidemia non è già alle spalle e che sarà necessario convivere con il virus.
Zaia ha messo in risalto che la mascherina sarà una delle condizioni necessarie per affrontare la guerra contro il Covid-19, esplicitando che «la direzione andrà verso la riapertura differenziata tra Regioni», come già caldeggiato da diversi esponenti del Governo negli ultimi giorni. Il presidente ha poi ricordato l’enorme incidenza dell’emergenza sanitaria sull’economia veneta: 50 mila posti di lavoro persi, 35 mila solo nel settore turistico.
ZAIA: “VENETO PUO’ APRIRE TUTTO”
Luca Zaia ha rivendicato con forza le ordinanze firmate negli ultimi giorni, sottolineando che non sono in contrasto con il Dpcm del premier Giuseppe Conte. «Non cerchiamo prove muscolari o di buttarla in politica», il giudizio del presidente del Veneto, che non ha intenzione di ritirare i provvedimenti: «Per la quasi totalità delle misure oggetto di ordinanza c’è, a mio avviso, la possibilità di dimostrare un allineamento con il Dpcm. Non le ritiriamo, anzi: le rinnoveremo nell’ottica di trovare un percorso comune».
Zaia ha poi fatto il punto della situazione sul dossier tamponi ed ha annunciato l’intenzione di acquistare tre nuovi macchinari per processare test: «L’obiettivo è di arrivare a 50 mila tamponi al giorno». Oggi, ha spiegato il governatore, il Veneto ha una capacità di 11-12 mila tamponi quotidiani, sottolineando che chi non fa test non ha contagiati, ergo «il virtuoso viene penalizzato di più rispetto a quello che non li fa».