Zakia Seddiki: “Tra me e Luca Attanasio un colpo di fulmine”

Zakia Seddiki, moglie di Luca Attanasio, ambasciatore ucciso in Congo nel 2021, racconta il loro grande amore al Corriere della Sera: “Era console in Marocco, il mio Paese. Ci ha presentati il giorno di San Valentino un amico comune a Casablanca, ai tempi lavoravo nel settore alberghiero”. Tra i due, è stato subito amore: “Sono rimasta incantata dalla sua semplicità. È stata un’alchimia, qualcosa di speciale. La nostra storia è subito decollata ed è continuata anche tra le difficoltà, abbiamo sempre avuto voglia di camminare insieme. Io mi sono subito messa a studiare l’italiano perché lui parlava malissimo francese ma non mi è servito perché è migliorato lui. Ho iniziato a prendere sicurezza con la sua lingua solo quando siamo tornati a Roma”.



Lei, per amore di Luca Attanasio, ha lasciato il lavoro e vissuto con lui in zone del mondo non sicure: “Dopo Casablanca siamo stati solo per un breve periodo a Roma, poi siamo volati in Nigeria, ad Abuja. Lì è nata Sofia, ma qualche tempo dopo ho dovuto lottare con una malaria violenta al termine della quale ho avuto un aborto. Quando Luca mi ha parlato di un possibile trasferimento in Congo ero molto provata, all’inizio non volevo seguirlo”. Nonostante fosse restia, Zakia si è poi convinta a seguire Luca in Congo perché sarebbe stata un’occasione importante per la sua carriera. Lì, i due sono diventati genitori: “A Kinshasa sono arrivate Lilia e Miral, ho scelto per loro due nomi di fiori. Miral, in particolare, è una pianta che sboccia nel deserto palestinese, ha in sè qualcosa di miracoloso, come le nostre bambine. Entrambi non avevamo in famiglia gemelli, eppure sono arrivate loro due”.



Zakia Seddiki: “Continuo a parlare con Luca, lo sogno spesso”

Il giorno della morte di Luca Attanasio, Zakia Seddiki lo ricorda bene: “Fu tremendo. Sono stata avvisata solo a tarda sera dall’ambasciatore dell’Unione Europea e ho avuto la conferma definitiva all’ambasciata italiana”. Comunicarlo alle bambine non è stato semplice: “All’inizio solo che papà era andato in un posto segreto, ho preso tempo. Poi ho spiegato che c’era stato un brutto incidente, i medici avevano fatto il possibile per salvarlo, ma non ci erano riusciti. L’elaborazione del lutto è un lungo viaggio che stiamo facendo insieme, ci lavoriamo giorno dopo giorno. Ora sanno che il padre è su una stella speciale e ci segue ovunque. È sempre con noi”.



Due anni dopo, il dolore e la sofferenza sono ancora forti. Zakia Seddiki ha perso l’amore della sua vita, il padre delle sue figlie: “Ho un dolore devastante che non andrà mai via, ma è un sentimento diverso dalla rabbia. Voglio la verità, lo ripeto, perché il sangue di Luca, Vittorio e Mustapha, non deve essere stato versato invano. Non riesco però a provare rancore, non ho sentimenti negativi nemmeno verso il Congo, da cui pure sono andata via all’improvviso e in modo traumatico. Le donne, gli uomini e i bambini di questo Paese sono in grande difficoltà e non vanno lasciati soli”. Quel sogno, la moglie avrebbe dovuto seguire Luca: “Dovevo andare con lui. Ero interessata alla missione, ma non avevo trovato nessuno che mi tenesse le bambine nel pomeriggio”. Nonostante non ci sia più da due anni, Zakia continua a parlare con Luca, che sogna spesso: “Mi confronto con lui, gli faccio delle domande. Sono fortunata perché lo sogno spesso. Il nostro legame era fondato sul dialogo e continua ad essere così”.