A poco più di tre anni dallo scoppio della pandemia Covid, che ha cambiato la nostra vita, torna a parlare Francesco Zambon. Noto per il rapporto sulla gestione della pandemia da parte dell’Italia, per aiutare gli altri Paesi a replicare ciò che di buono aveva fatto il nostro Paese e ad evitare gli errori commessi, il ricercatore, che è tornato a fare il medico, fu al centro di un caso con l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che ritirò il documento, senza dimenticare le polemiche per le presunte pressioni del governo e delle autorità sanitarie italiane. «In Italia sono state fatte delle cose, ad esempio la redazione del nuovo piano pandemico 2021-2023, perché abbiamo ben imparato la lezione che averne uno vecchio di 15 anni, come era il precedente, certamente ha contribuito alla strage che abbiamo visto in Italia, che ricordo è uno dei paesi con la mortalità da Covid in assoluto più alta al mondo», torna a ribadire Zambon ai microfoni di “Giù la maschera“, programma radiofonico di Rai Radio 1.
D’altra parte, il documento va applicato, non deve restare un pezzo di carta. Servono «esercitazioni affinché tutti possiamo essere preparati per questa possibile altra pandemia che non è certamente quella che stiamo vedendo». Una cosa è sicura per Zambon: la pandemia è finita. «Ovviamente c’è molta disinformazione, per cui chi parla oggi di una coda della pandemia o anche addirittura di una nuova pandemia dice delle cose altamente inesatte». I dati parlano chiaro, «sono incontrovertibili» per l’ex ricercatore dell’Oms, infatti «non c’è assolutamente nessun aumento in questo senso». La situazione attuale non è paragonabile a quella del 2020.
DALLA COMMISSIONE D’INCHIESTA ALL’INDIPENDENZA DELL’OMS
Nel frattempo, c’è un nuovo direttore dell’Istituto superiore di sanità (Iss), che è Rocco Bellantone, il quale si è detto contrario ad obblighi ed imposizioni. Inoltre, nei piani del governo c’è la volontà di lanciare una commissione d’inchiesta. L’auspicio di Francesco Zambon è quello che finalmente qualcosa posso cambiare. «Innanzitutto vedo molto favorevolmente l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta». Ciò anche se l’inchiesta della procura di Bergamo non ha rilevato responsabilità. «Se manca una responsabilità penale, perché per esempio il reato di epidemia colposa è un reato difficile da dimostrare penalmente, non vuol certamente dire che non ci siano state delle responsabilità politiche, e quindi è assolutamente necessario, per non commettere di nuovo gli stessi errori, andare a fare un’analisi del passato». Ed è quello che per Zambon dovrebbe fare una commissione parlamentare di inchiesta.
Francesco Zambon a”Giù la maschera“, programma radiofonico di Rai Radio 1, viene poi sollecitato sull’indipendenza dell’Organizzazione mondiale di sanità (Oms), che conosce molto bene. «Nonostante tutto quello che è successo tra me e l’Oms, c’è anche una causa in corso, io sono un sostenitore dell’Oms, ma non di quella attuale. L’Oms non può essere un organo indipendente in primis per il finanziamento». Infatti, il 20% arriva dagli Stati membri, per l’80% da donazioni volontarie o di singoli Stati «che ne dettano l’agenda». Questo il motivo per il quale l’Oms non può essere definita indipendente. «L’influenza di Bill Gates sul finanziamento dell’Oms è tra il 12 e il 13%». Zambon però precisa che il finanziamento dell’Oms è comunque trasparente, non ci sono segreti sui finanziatori.
FRANCESCO ZAMBON SULL’ORIGINE DEL COVID
Ma Francesco Zambon affronta anche il delicato tema dell’origine del Covid, visto che, stando a quanto riportato dal New York Post, la CIA avrebbe provato a corrompere alcuni ricercatori per insabbiare la notizia che il coronavirus sarebbe uscito per un errore umano dai laboratori cinesi. «Questo è sempre stato ipotesi al vaglio fin dall’inizio e non è mai stata ufficialmente scartata. Le ipotesi sono varie: dallo spillover direttamente con l’uomo o con un animale intermedio come potrebbe essere il pangolino all’incidente di laboratorio». Quindi, l’ipotesi dell’incidente di laboratorio non è stata mai scartata. «Anche qui sono state fatte tante indagini e il tema del conflitto di interessi, che io conosco molto bene per il discorso del rapporto ritirato dell’Oms a maggio del 2020, emerge anche sulle analisi che sono state fatte sull’origine del virus», avverte Zambon.
Il riferimento è alla missione in Cina dell’Oms, guidata da Peter Daszak. «Doveva essere teoricamente, come si può immaginare, un esperto assolutamente indipendente da legami con la Cina e invece poi si scoprì che aveva fatto degli esperimenti con la famosa Batwoman, la responsabile dell’Istituto di Virologia di Wuhan, tramite fondazioni e donazioni date dagli Stati Uniti. Era tutt’altro che indipendente e certamente non voleva spingere verso l’ipotesi di una fuga da quella parte», conclude Zambon.