È stato e presentato in anteprima al Bif&est di Bari a marzo ed è passato velocemente nelle sale ad aprile: Zamora meritava certamente di più. È la prima regia di Neri Marcorè che firma la sceneggiatura ed è uno dei protagonisti. Un bel film, sano, pulito, tratto dal romanzo omonimo del 2003 scritto dal grande giornalista Roberto Perrone, deceduto nel 2023.



Siamo a metà degli anni ’60 e un ragioniere trentenne, Walter Vismara (Alberto Paradossi), da Vigevano si trasferisce a lavorare suo malgrado a Milano nella ditta di guarnizioni del cavalier Tosetto (Giovanni Storti). Questi, oltre che essere interista, è fanatico del folber e obbliga i dipendenti ad allenarsi tutti i giovedì dopo il lavoro in vista della super sfida tra scapoli e ammogliati del 1° maggio. Il Vismara è un metodico, rigido, tuttologo, sa tutte le risposte del quiz tv condotto da Mike Bongiorno, ma di calcio non conosce nulla e non ha mai praticato nessuno sport. Colto alla sprovvista dal cavaliere (sembra un po’ il Berlusca) dice di essere un portiere, ma al primo allenamento prende quindici pere e da qui il soprannome da presa in giro di Zamora (grande portiere spagnolo) e il titolo del film.



Inizia a uscire con l’impiegata Ada (Marta Gastini), ma una sera vede che si bacia con il donnaiolo Gusperti (Walter Leonardi) e gli crolla il mondo pensando che lei sia una donna facile. Il Vismara a Milano vive nell’appartamento della sorella Elvira (Anna Ferraioli Ravel), commessa in un negozio di scarpe e scopre solo ora che si è separata dal marito.

Sbeffeggiato in azienda per le sue imprese sportive decide di prendere lezioni da portiere da una vecchia stella del Milan e della Nazionale, Giorgio Cavazzoni (Neri Marcorè) che, abbagliato dai soldi, aveva mollato la famiglia, ma il mondo del calcio l’aveva emarginato ed era finito male vivendo di sotterfugi. Una volta alla settimana si trovano all’Arena per gli allenamenti e comincia a migliorare sotto l’aspetto sportivo.



I due iniziano a conoscersi e pian piano diventano amici. Cavazzoni viene invitato dal Vismara a casa della sorella e dopo un po’ scopre una tresca tra loro due e s’incazza. Come con Ada, ferito nell’orgoglio, taglia il rapporto con Giorgio e torna a Vigevano lasciando sulla scrivania del cavalier Tosetto le dimissioni, intenzionato a non disputare neppure la partita di calcio.

Sarà Giorgio, l’uomo che ha compiuto sbagli nella vita, che lo cercherà e lo tirerà fuori dal suo egocentrismo e dalla visione personale insita in lui, che è la vita che deve qualcosa a lui. Un accrescimento personale e un salto di maturità che Walter deve compiere: L’unica ragione sei te, gli dice l’ex portiere.

Zamora è un film da vedere, profondamente umano, in cui emerge un messaggio positivo, incoraggiante ed educativo per affrontare le vicende della vita. È in toto il romanzo di Roberto Perrone che Neri Marcorè ha trasportato in pellicola con una delicatezza da gran regista (anche se è la sua prima prova), esaltandone il contenuto. È un film profondamente serio in cui i comici presenti, Giovanni Storti, Giacomino Poretti, Ale e Franz, Giovanni Esposito, sono da contrappunto umoristico lieve, giocoso, non cazzaro.

Il film è per ora a noleggio per pochi schei su Prime Video.

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