Il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, sulle pagine del Messaggero, detta la linea per il prossimo futuro della Pa: “Vorrei approfittare di questa tornata per ritornare su un tema centrale per l’ammodernamento della pubblica amministrazione: il merito”. Questo è possibile farlo “introducendo un concetto più stringente di quello adottato fino ad oggi. Attraverso la previsione di meccanismi virtuosi per assegnare gli obiettivi, giudicare le performance ed essere così capaci di premiare davvero i più meritevoli”. Secondo il ministro “dobbiamo affrontare due temi. Il primo è dotarci di una strumentazione adeguata. Noi abbiamo un’organizzazione ricca di competenze tecniche. Siamo carenti invece sotto l’aspetto manageriale. Io vorrei lavorare su due assi: l’attenzione ai risultati e il miglioramento dei comportamenti organizzativi, che significa saper lavorare in squadra, saper motivare le persone, gestire il cambiamento“.



In questo caso “parliamo soprattutto dei dirigenti” sottolinea. Infatti “il loro ruolo non è soltanto esprimere una competenza tecnica, ma è soprattutto essere dei leader, dei gestori di risorse umane. Gestire le persone significa conoscerle, conoscere i punti di debolezza, le qualità e aiutarle a migliorare e a crescere”. Il cambiamento, dunque, deve partire dai manager pubblici: “Se voglio lavorare sulla motivazione delle persone, sulla loro crescita, devo farlo attraverso i dirigenti. Non devono soltanto far funzionare l’operatività, devono occuparsi delle loro persone e farle crescere”. Per fare tutto questo, però, serve un numero più alto di personale dipendente: “Il turn over è stato sbloccato e le carenze di personale le stiamo affrontando. Nel 2023 avevano un obiettivo di inserire 173 mila persone. A novembre avevamo già inserito 156 mila persone. Credo che i dati definitivi ci consentiranno di superare l’obiettivo che ci eravamo dati. Anche quest’anno assumeremo altre 170 mila persone”.



Zangrillo: “Abbiamo ridotto il tempo dei concorsi”

Il cambiamento e il miglioramento della Pubblica amministrazione è possibile “lavorando proprio sulla modernizzazione e sulla digitalizzazione del reclutamento. Prima della pandemia il tempo medio dei concorsi era di 780 giorni, con l’introduzione della piattaforma InPa, abbiamo ridotto i tempi a 180 giorni” spiega il ministro Zangrillo sulle pagine del Messaggero. Da oggi inoltre “InPa sarà anche una app mobile. L’abbiamo elaborata con la Federico II di Napoli. Tutti i cittadini potranno verificare i bandi di concorso pubblici e iscriversi alle prove tramite lo smartphone”. Per il ministro la soluzione per attrarre i giovani e coprire i posti vacanti al Nord non sono le gabbie salariali: “Sono contrario. Non credo che dividere il territorio in comparti sia la soluzione. Si può agire sul salario accessorio per aumentare le retribuzioni nelle realtà più complesse, come le grandi città. Sulle retribuzioni però vorrei spezzare una lancia a favore di quelle pubbliche: non è vero che sono basse”.



Infatti, spiega Zangrillo, “per un neo laureato il pubblico impiego è competitivo. Un giovane che esce dall’università e va a lavorare in uno studio di avvocato per anni guadagna molto meno che nella pubblica amministrazione. Il nostro problema semmai è un altro” ovvero quello di “gestire il percorso professionale delle nostre persone con meccanismi diversi da quelli attuali. La crescita non può essere per anzianità. Si matura un tempo in una posizione, poi si può accedere al concorso e passare alla categoria superiore. È un sistema non più al passo con i tempi. Questi meccanismi vanno ripensati”. Anche i dirigenti vanno responsabilizzati: “Non possiamo liberarli della decisione di valutare e di premiare, anche sotto il profilo della crescita, un proprio collaboratore. Non esiste nessuna azienda nel privato che per far crescere un dipendente lo obbliga a fare un concorso“.

Zangrillo: “Ecco da dove inizieremo i negoziati”

Nella Pubblica amministrazione si entra con concorso ma “le modalità per l’ascensore sociale nella Pa oggi possono essere ripensate” secondo il ministro. Riguardo i contratti, Zangrillo spiega ancora: “Il risultato che abbiamo portato a casa con la manovra per il pubblico impiego è veramente rilevante. Non era scontato visto il contesto dei conti pubblici avere un terzo delle risorse destinate ai lavoratori dello Stato. Lo considero un segnale importante per affrontare la sfida della modernizzazione della Pubblica amministrazione, che è l’obiettivo che mi sono dato”. Adesso “i negoziati inizieranno da quei comparti che necessitano di un intervento più urgente: la sanità, che tra l’altro ha uno stanziamento dedicato di 3 miliardi, la sicurezza e difesa, perché si tratta di un comparto molto sollecitato negli ultimi anni, e gli enti locali, che non hanno potuto beneficiare dell’anticipo di dicembre”.