Nel corso della puntata di “Piazzapulita” andata in onda su La 7 nella serata di ieri, giovedì 10 settembre, è intervenuto in collegamento video il professor Alberto Zangrillo, prorettore dell’Università San Raffaele di Milano, interrogato sulle condizioni di salute di Silvio Berlusconi, colpito da Coronavirus. La rivelazione fatta dall’esperto è stata davvero choc: “La carica virale che caratterizzava il tampone nasofaringeo di Berlusconi era talmente elevata che a marzo-aprile non avrebbe avuto l’esito che fortunatamente ha ora. Molto probabilmente l’avrebbe ucciso e lui lo sa. Non è una boutade per esagerare, visto il personaggio di cui stiamo parlando. Ad oggi il virus si sta manifestando in modo diverso e il team multidisciplinare degli ospedali italiani lo sta capendo. Il virus probabilmente non è mutato, ma si sta adattando all’ospite in maniera differente. Non bisogna però generalizzare sulle terapie e far credere che un atteggiamento più tempestivo con alcune di esse cambi l’esito finale della malattia”.
ZANGRILLO: “BERLUSCONI? DECISIVO IL RICOVERO IN OSPEDALE”
In coda al suo intervento relativo alla positività al Coronavirus di Silvio Berlusconi, il professor Alberto Zangrillo ha asserito: “La terapia che sta seguendo non è fondamentale. Decisivo, invece, è stato capire che doveva andare in ospedale, perché dieci ore più tardi avrebbe potuto essere troppo tardi, in quanto lui è un paziente a rischio. Ciò che conta di più per tutti i nuovi casi è capire quando è il momento di accedere in ospedale, non personalizzare la medicina. In centinaia di nosocomi italiani durante la crisi ci siamo fatti carico di una multietnicità di popolazione che spesso arrivava tardi in ospedale, ma noi non abbiamo fatto alcun tipo di distinzione”. Zangrillo ha quindi indicato le linee guida da seguire nei prossimi mesi per fronteggiare la malattia: “Tutti dovranno farsi carico delle proprie responsabilità, evitare che i malati giungano tardi in ospedale, farsene carico tempestivamente sul territorio e dare indirizzi ai medici di medicina generale, piuttosto che allestire nuove postazioni nelle terapie intensive. Occorre avere idee molto chiare sul fatto che la tempestività sia fondamentale”.