Alberto Zangrillo, primario di Terapia intensiva al San Raffaele di Milano e prorettore dell’Università Vita-Salute, è tornato allo scoperto alla luce dei numerosi commenti negativi dopo il convegno definito dei “negazionisti”, tenutosi negli scorsi giorni in Senato, e a cui ha preso parte anche lo stesso luminare dell’ospedale meneghino. Parlando stamane ai microfoni di Repubblica, il “medico di Berlusconi” ribadisce per l’ennesima volta il proprio concetto: “Dire che il virus oggi non sta producendo una malattia clinicamente significativa non vuol dire affatto negare l’esistenza del Sars-Cov-2. Rifiuto in tutti i modi la definizione di negazionista”. Secondo Zangrillo bisogna far parlare i fatti, i dati: “Lavoro di clinica e ricerca – dice a riguardo – e sin dall’inizio ci siamo occupati dell’epidemia. Io riporto solo l’evidenza, ovvero che oggi il virus non produce una malattia clinicamente rilevante. Ma questo non vuol dire che il virus non esista più: sono stato il primo, già ad aprile, a dire che dovremo convivere con il Sars-Cov-2 finchè non arriverà un vaccino”.
ZANGRILLO: “NON E’ VERO CHE IL VIRUS NON ESISTE PIU’, MAI DETTO”
Dopo il famoso convegno di cui sopra, a cui hanno presenziato anche altri luminari come il dottor Bassetti, ma anche il leader della Lega Matteo Salvini, il critico d’arte Vittorio Sgarbi e il tenore Andrea Bocelli, molti hanno accusato gli stessi partecipanti al “meeting” di essere negazionisti: “Se colleghi universitari milanesi – spiega Zangrillo a riguardo – si permettono di dare del negazionista a chi come me è andato in mezzo ai malati e se ne è preso cura, ne risponderanno”. In conclusione di intervista il medico del San Raffaele ricorda come sia sbagliato dire che il virus non esiste più: “Non è vero che il virus non esiste più, io non l’ho mai detto, così come non ho detto che è mutato. Ho però affermato, e lo sostengo ancora perchè questa affermazione si basa sull’osservazione e la cura diretta dei pazienti che la situazione clinica oggi è diversa”.