Il coronavirus è meno letale? Se lo stanno chiedendo in molti in queste ultime settimane visto che i numeri sull’epidemia sono incoraggianti. «La carica virale è diminuita come attestano i tamponi», ha dichiarato Alberto Zangrillo, direttore dell’unità di anestesia e rianimazione dell’ospedale San Raffaele di Milano, intervenendo in collegamento a “Petrolio” su Raidue. Il medico, che ha gestito la fase critica del coronavirus in Lombardia, conferma che «il virus non è mutato», ma ritiene che «forse sta risentendo dei fattori ambientali e delle temperature». Dopo aver suggerito l’introduzione dell’obbligo di vaccinazione per over 65, «anche per la polmonite oltre che per l’influenza», ha spiegato che «potrebbero ripresentarsi altre epidemie». D’altra parte, Zangrillo invita a restare seri e «a non continuare a terrorizzare la gente», perché chi sta male «deve tornarsi a curare in ospedale, onde evitare che possano aggravarsi».
ZANGRILLO E BURIONI: “CORONAVIRUS MENO AGGRESSIVO”
Della stessa idea è Roberto Burioni, secondo cui il peggio è passato. «La situazione sta andando molto meglio, siamo usciti da un periodo terribile», ha dichiarato il virologo a “Che tempo che fa”. Per la comunità è stato «un momento di grande pericolo», ma grazie ai sacrifici, «personali ed economici», per Burioni «ne siamo usciti». Ma resta comunque cauto: «Conosciamo tutti i virus che affrontiamo, questo invece è nuovo. Dobbiamo essere cauti, sarebbe un peccato dilapidare i sacrifici fatti». Per rendere bene l’idea della situazione in cui si trova l’Italia, Burioni ha fatto l’esempio di un paziente guarito da una bruttissima polmonite grazie ad una terapia dolorosa e impegnativa. «Appena guarito, non lo mandiamo a sciare su una pista nera in cima ad una montagna. Gli chiediamo di stare riguardato nella convalescenza», ha aggiunto Burioni da Fabio Fazio su Raidue. Ma ha anche corretto l’affermazione dell’assessore Giulio Gallera sull’indice di contagiosità: «Se il numero è 0,5, vuol dire che 200 persone malate ne infetteranno 100. Ma l’effetto del contagio è sempre legato ad uno che incontra uno…».