Alberto Zangrillo, primario di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale San Raffaele di Milano, è tornato al centro delle cronache (e delle discussioni) giornalistiche per la sua esternazione sul suo profilo Twitter, che vi riportiamo di seguito: “Cari signori giornalisti, questa mattina il Pronto soccorso del San Raffaele è vuoto. Vaccini, ricerca e soprattutto cure corrette e tempestive fanno la differenza”. Una buona nuova di cui ancora non è dato conoscere la durata (l’auspicio è che la situazione possa rimanere in questi termini il più a lungo possibile, ovviamente), ma che ha innescato immancabilmente il dibattito.
Ne è un esempio, in tal senso, l’articolo di Pietro Senaldi pubblicato questa mattina sul quotidiano “Libero”, nel quale si sottolinea il fatto che “siccome Zangrillo la pensa diversamente dal Pd, da Conte e anche dal ministro della Salute in merito al Covid, il suo parere sull’epidemia viene tenuto in scarsa considerazione dalla stampa non medica, che si diverte a dipingerlo come un mezzo negazionista”. Ricordando poi il momento clou della prima ondata, quando il professore parlò di “virus clinicamente morto”, subendo un linciaggio mediatico (e non solo) senza eguali.
ZANGRILLO: “VACCINI E CURE FUNZIONANO”
Il professor Alberto Zangrillo, nel suo tweet, sottolinea due passaggi a dir poco fondamentali per la nostra società e, più in generale, per l’umanità intera: vaccini e cure tempestive si sono rivelati efficaci contro il Coronavirus. In tal senso, “Libero” rimarca come l’Italia stia esultando per avere finalmente raggiunto, sebbene con un mese di ritardo sul ritardo annunciato, l’obiettivo delle 500mila iniezioni giornaliere. “Il miracolo è dovuto alla Lombardia, la Regione untrice, schernita e aggredita vigliaccamente per un anno, e che oggi inietta il 25% delle dosi giornaliere, più di tre volte quelle inoculate dal Lazio, spacciato dalla Sinistra come faro della profilassi”, scrive Senaldi. Non vanno poi dimenticate la ricerca e le cure e anche in questo contesto la Lombardia ha recitato la parte del leone, grazie al professor Vincenzo Zuccotti, “che sta lavorando alla produzione di un vaccino italiano probabilmente disponibile a fine anno e che ha inventato il tampone salivare molecolare, che anticipa di 36 ore la diagnosi rispetto a quello naso-faringeo ed è indicatissimo per i bambini, in quanto non invasivo” e a Giuseppe Remuzzi dell’istituto “Mario Negri”, il quale “da sei mesi, ha un protocollo di cura che permette di seguire il paziente da casa, ai primissimi sintomi e che, se applicato correttamente, praticamente azzera i decessi”.