Dopo le pagelle ai magistrati, arrivano i voti ai dipendenti pubblici. Lo annuncia il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, che in un’intervista alla Stampa fa il punto della situazione e delle novità, spiegando che si stanno chiudendo i contratti della vecchia tornata e sta recuperando un «ritardo notevole» che aveva ereditato. Il riferimento è ai 2,4 milioni di dipendenti che non avevano ancora rinnovato i contratti relativi al 2019-2021. Quindi, si è dedicato a chiudere questi accordi. «Ora con 7,3 miliardi messi in manovra partiremo subito coi rinnovi del 2022-2024». Manca un solo accordo, quello dei dirigenti degli enti locali: «Stiamo definendo in questi giorni, e con questo abbiamo chiuso la vecchia tornata che ho ricevuto con un grave ritardo».
Inoltre, punta a garantire aumenti medi di 170-190 euro al mese, mentre a dicembre gli statali avranno un’indennità di vacanza contrattuale che in media varrà 900 euro a dipendente. Per quanto riguarda le pagelle, cambierà il metodo per valutare i risultati dei dipendenti: verranno «misurate» le performance individuali e quelle di gruppo. In prospettiva, invece, gli impiegati potranno esprimere le loro valutazioni sui dirigenti ed anche gli utenti avranno voce in capitolo. Il titolare della Pa assicura: «Basta coi premi tutti uguali erogati a pioggia».
ZANGRILLO SU RINNOVI CONTRATTUALI E AUMENTI STIPENDI
Dei 24 miliardi di euro della legge di Bilancio, ben 8 sono dedicati alla Pubblica amministrazione. Di questi, 7,3 miliardi sono riservati ai rinnovi contrattuali: 5 per le amministrazioni statali, mentre 2,3 per la sanità. «Quindi, è vero che c’è un ritardo, perché siamo alla fine del 2023 e deve ancora partire la tornata riferita al 2022-2024, ma per la prima volta dopo moltissimi anni che non accadeva riusciamo a dare continuità al processo dei rinnovi visto che abbiamo già le risorse per procedere», spiega Paolo Zangrillo alla Stampa. Eppure, i sindacati lamentano scarsità dei fondi. «Se dovessimo recuperare tutto il potere d’acquisto previsto applicando l’Ipca, l’indice dell’inflazione utilizzato di norma per calcolare gli aumenti contrattuali, di miliardi non ne basterebbero 30, non basterebbe un’intera manovra di bilancio», replica il ministro della Pa. In altre parole, bisogna fare i conti con la realtà.
«Comunque rispetto alla tornata 2019-2021, dove l’incremento medio dei contratti dei dipendenti pubblici è stato intorno al 4%, in questo modo noi arriveremo al 6%». Pertanto, l’aumento può andare dai 170-175 euro a 192-193, ma dipende dai comparti. «È chiaro che se vivessimo in un mondo perfetto servirebbero somme più ingenti, però su una manovra da 24 miliardi un terzo delle risorse è dedicato ai dipendenti pubblici. È tanto e infatti una parte del sindacato ce lo ha riconosciuto», ribadisce Zagrillo. Per quanto riguarda l’indennità di vacanza contrattuale, con le buste paga di dicembre verrà dato un anticipo per il comparto Stato che varrà per tutto il 2024. «Per essere chiari si tratta di una cifra che è pari all’indennità di vacanza contrattuale pagata nel 2023 moltiplicata per 6,7. L’importo totale è intorno ai due miliardi e corrisponde in media a 900 euro per ogni dipendente».
PAGELLE E PREMI DIPENDENTI PUBBLICI: DIRETTIVA ZANGRILLO SULLA PERFORMANCE
Tornando alla questione della premialità dei dipendenti, Paolo Zangrillo evidenzia l’intenzione di introdurre il valore del merito nella Pubblica amministrazione. «Per questo ho emanato una direttiva sulla performance con la quale introduco un concetto abbastanza rigoroso di premio del merito, proprio perché non è più pensabile continuare con la logica degli aumenti a pioggia», spiega il ministro della Pa alla Stampa. Quindi, proporrà al sindacato di definire meccanismi per misurare meglio le performance dei dipendenti. «I nostri dirigenti, che sono innanzitutto gestori del capitale umano, dovranno ispirare i loro piani meritocratico alla logica del merito».
Il ruolo dei dirigenti non cambia, ma verranno introdotti meccanismi per «andare verso la valutazione a 360 gradi delle performance, come avviene nei paesi dell’Unione europea e dell’Ocse, che consente anche ai valutati di poter esprimere un giudizio sui valutatori, perché è giusto che ci sia questo scambio e ci sia la possibilità di capire come viene vissuta la figura del leader di una organizzazione. Dobbiamo andare verso un sistema di valutazione che consenta a tutti di potersi esprimere». Ciò comprende anche gli stessi utenti. «Siccome non mi pare che i cittadini e le imprese abbiano una percezione di eccellenza bisogna che cerchiamo di capire che cosa non sta funzionando. E certamente la voce del cliente è sempre rilevante», conclude Zangrillo.