In un breve scambio di battute con il Corriere della Sera, il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo ha tracciato le novità che intende promuovere per il settore dei cosiddetti ‘statali’ nella prossima – ed ormai imminente – Manovra 2025: partendo proprio dalla misura in discussione in questo periodo ci ha tenuto a ribadire che l’orientamento governativo sarà quello di “puntare sulla crescita” che può essere l’unico motore per la “nostra economia” confermando anche il prossimo anno “le misure a favore delle famiglie, dei giovani e delle imprese che assumono”.



Per quanto riguarda il suo settore di competenza – invece – Zangrillo intende promuovere innanzitutto uno snellimento della burocrazia “che frena lo sviluppo”, creando un doppio beneficio sia per “il sistema impresa” che per i tanti dipendenti pubblici: un esempio – già messo in campo nei mesi scorsi – arriva dalla digitalizzazione “delle procedure concorsuali” che ha permesso di tagliarne le tempistiche a poco più di un settimo della media del 2020; mentre anticipando una piccola novità spiega che presto sarà operativo “un assistente virtuale [che] grazie all’intelligenza artificiale” guiderà gli aspiranti statali verso i bandi più appropriati alle loro competenze e qualifiche.



Paolo Zangrillo: “Pensioni nella PA a 70 anni per aiutare i giovani a performare”

Soffermandosi – quasi ovviamente – sul tema delle PA Paolo Zangrillo ci tiene anche a ricordare che “nel 2023 abbiamo assunto 173 mila persone” per promettere che “faremo altrettanto nel 2024 e nel 2025” sopperendo in buona parte a quel “milione di persone” che andranno in pensione “da qui al 2030” e ai “300 mila dipendenti” perso nell’ultimo decennio a causa del “blocco del turnover”; mentre sempre in merito a quest’ultimo argomento sostiene anche di aver proposto – in accordo con il collega del Mef Giorgetti – un piano per trattenere i dipendenti “in servizio fino a 70 anni”.



Facendo un passetto indietro – infatti – Zangrillo ricorda che i dipendenti pubblici vanno in pensione tra i 60 e i 67 anni (rispettivamente nel “comparto sicurezza e difesa” e in tutti altri settori), mentre la possibilità – che specifica essere “volontaria” e limitata “al 10% dei dipendenti in turnover” – di rimanere in servizio fino ai 70 anni sarebbe di non poco aiuto a fronte del “numero rilevantissimo di persone” che si stanno assumendo; aiutandole a migliorare le loro prestazioni e competendo alla necessaria valorizzazione “di competenze, talenti [e] capacità” dei giovani neo assunti.