Nel dibattito sulla variante Omicron entra in tackle Alberto Zangrillo, che ha voluto dire la sua con la sua proverbiale franchezza. «Grazie alla variante Omicron, l’irresponsabile e disgustoso dibattito mediatico tra esperti del nulla ci rovinerà quest’ultimo scorcio di 2021», ha scritto su Twitter il pro-rettore dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e direttore del Dipartimento di anestesia e terapia intensiva dell’Irccs ospedale San Raffaele. Recentemente aveva ribadito la necessità di avere un approccio competente ed equilibrato nella comunicazione. Aspettative deluse quelle del professor Zangrillo.
A Quarta Repubblica aveva spiegato che questo è il momento nel quale ci si può dedicare ad altre malattie. «In questo momento ci preoccupano le enormi liste di attesa di malati che nulla hanno a che fare con il covid. Continuare a vedere il numero dei contagi quotidiano come prima, seconda o terza notizia ci interessa pochissimo», aveva detto Zangrillo, che è anche il medico personale di Silvio Berlusconi.
ZANGRILLO VS VIROLOGI “SPAVENTANO ITALIANI”
Ma negli ultimi tempi Alberto Zangrillo era tornato a lanciare diversi messaggi dello stesso tenore. «Ragazzi, è fondamentale vaccinarsi per fare tacere per sempre chi usa il #COVID19 per creare panico e terrore», aveva scritto ad esempio su Twitter il 25 novembre. Ma si era detto scettico anche riguardo la quarta ondata Covid a inizio mese. «L’aumento dei contagi non mi preoccupa per nulla. In ospedale nel 99% dei casi arrivano persone non vaccinate che manifestano una forma di malattia che fortunatamente non ha le caratteristiche dell’anno scorso», aveva detto appunto a Quarta Repubblica.
Aveva quindi invitato i colleghi a dire la verità, cioè che grazie alla campagna vaccinale la situazione è cambiata completamente in Italia. Il professor Alberto Zangrillo era stato critico anche sull’influenza: «Qualche maestro virologo ha già tentato di spaventare gli italiani (..). Dire che ci aspettiamo 6 milioni di casi in Italia, vuol dire che hai sbagliato mestiere e non devi fare il medico».