Per Marco Zanni il no alla ratifica del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) alla Camera una vittoria della Lega. «Per primi, con più forza e più argomentazioni, abbiamo condotto la battaglia contro questo strumento inusuale», dichiara a La Verità. L’europarlamentare, presidente del gruppo europeo Identità e Democrazia, definisce il Mes uno strumento «inutile» nel migliore dei casi e «dannoso» nel peggiore. D’altra parte, è consapevole dell’importanza che il tema abbia per il Pd: «Ironicamente ho scritto che il Pd voleva ripartire dal Mes con la speranza di avere di nuovo la possibilità di tornare a governare senza passare per le elezioni». Ma gli italiani hanno altre priorità per Zanni, secondo cui il Parlamento si è espresso rispecchiandola. L’auspicio è che l’argomento non torni d’attualità. «È l’occasione per le istituzioni europee di mettere la parola fine su questo strumento che non è utile».
Quel che bisogna fare per Zanni è aprire un dibattito su come sfruttare le risorse bloccate all’interno del Mes. «Si tratta di circa 100 miliardi, che non sono pochi. Si potrebbe cominciare a parlare di una politica europea per gli investimenti. Nei vari tavoli che sono aperti». Zanni ricorda che nessuno dei partiti all’interno del gruppo europeo Identità e Democrazia ha votato a favore del Mes: «C’è unità di intenti sul fatto che nessuno deve pagare per crisi bancarie di altri Paesi. Siano le stesse banche a pagare. Dal 2014 entrerà a regime pieno il fondo di risoluzione unica, sono 60 miliardi che servono proprio alle crisi bancarie. Soldi a cui hanno contribuito anno dopo anno le banche dell’Eurozona».
“PATTO DI STABILITÀ? NEGOZIATO DA PORTARE AVANTI”
Nel gruppo Identità e Democrazia non ci sono divisioni riguardo il Mes, «uno strumento di coercizione usato da alcune istituzioni europee». Nell’intervista a La Verità, Marco Zanni evidenzia che sono «d’accordo sul fatto che ai nostri bilanci nazionali farebbe comodo riprendere le quote versate fin qui». Eppure, il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti avrebbe approvato il Mes. «La verità è che il Mes è un tentativo raffazzonato per non voler usare strumenti che solitamente si usano sia nelle crisi bancarie sia nelle crisi del debito pubblico: le banche centrali e le tesorerie». Questo Giorgetti lo sa, sottolinea Zanni: «Sono convinto che avendo negoziato il Patto di stabilità, in una logica di pacchetto, visto che l’accordo non è stato pienamente soddisfacente, non era possibile per l’Italia fare un sacrificio approvando la riforma del Mes».
A proposito del Patto di Stabilità, si poteva fare di più per Zanni: «Si è comprato del tempo fino al 2027 per poi vedere come andranno le cose. Dalle prime stime tanti governi non riusciranno a rispettare le prospettive di manovra e di rientro in una situazione in cui abbiamo bisogno di tanti investimenti e interventi anche attraverso le casse pubbliche». L’europarlamentare leghista ritiene che la partita non sia affatto finita: «Credo ci sarà ancora un negoziato da portare avanti e credo che ci voglia flessibilità aggiuntiva per dare credibilità al Patto stesso e per evitare il rischio, come nella vecchia versione, che ci siano regole che non vengono rispettate. Credo quindi che ci sia ancora del lavoro da fare».