EUROPEE, IL “NIET” DEL PPE A MARINE LE PEN AGITA LA LEGA: PARLA ZANNI
Domenica prossima la leader della destra francese Marine Le Pen sarà ospite d’onore della festa della Lega a Pontida, dopo l’invito accettato da Matteo Salvini: la continua “trattativa” del Carroccio con i partiti legati al Ppe per un accordo in vista delle Elezioni Europee 2024 non ha raggiunto ancora risultati soddisfacenti, come fa ben intuire Marco Zanni – leghista, presidente del gruppo Id al Parlamento europeo – nell’intervista a “Il Dubbio”. Si parte da quella doppia risposta mandata prima da Antonio Tajani, presidente di Forza Italia, e poi dal leader Ppe Manfred Weber, in merito alla possibile alleanza tra Popolari, Conservatori e Lega-Le Pen alle prossime Europee: in sostanza, una nuova “porta in faccia” alla proposta avanzata dal vicepremier Matteo Salvini.
Secondo Zanni le parole di Weber che nei fatti ha riproposto l’alleanza con Socialisti e Liberali sono «assurde»: «il Ppe è il gruppo che ha perso di più in termini di voti e partecipazione ai vari governi dei paesi europei in questi ultimi anni. Una buona parte della responsabilità di questo declino stia nello snaturamento delle politiche che avevano caratterizzato il Ppe nei decenni passati». Più di tutti, a non convincere l’elettorato popolare di centrodestra è proprio quella «innaturale alleanza» con la sinistra socialista e ambientalista: ed è per questo motivo, spiega l’ex parlamentare M5s, «che il Ppe, che fil primo danneggiato da questa situazione, si incaponita in un’alleanza che lo ha visto sconfitto». Dal Green New Deal alla vicende economiche, per Zanni la “maggioranza Ursula” (riproposta oggi da Von der Leyen nel suo ultimo discorso sullo stato dell’Unione, ndr) ha fallito: «Weber ha voluto lo stesso inseguire Verdi e Socialisti. Non solo ha perso, ma non è riuscito a portare al tavolo le istanze del suo elettorato, pur essendo il primo gruppo al Parlamento». La Lega e gli alleati (su tutti, Rassemblement National di Marine Le Pen e Afd tedesca) non riescono perciò a capire «la chiusura rispetto al tentativo di fare un’alleanza più omogenea con gruppi che già oggi formano una maggioranza alternativa su molti temi».
MARCO ZANNI (ID-LEGA): “L’EUROPA SI SVEGLI SUL PATTO DI STABILITÀ. GENTILONI…”
La proposta di Zanni, capogruppo di Id all’Europarlamento, riflette perciò quanto Salvini e Le Pen continuano a ripetere da mesi: «vogliamo esportare un modello positivo che in Italia funziona, cioè quello di un centrodestra che governa bene, pur con delle differenze anche sostanziali su alcuni punti ma capace di trovare sempre una sintesi». Il problema è però nei numeri dato che una maggioranza attualmente con quei gruppi in Parlamento Ue non è raggiungibile (stando agli attuali sondaggi, ndr): «È vero che oggi i numeri non permettono la maggioranza che vorremmo, ma nel 2024 speriamo che ci si avvicini. Detto questo, per noi il punto non è porre veti ma avere voti, attraverso un programma di discontinuità con un’azione che consideriamo fallimentare, cioè quella di von der Leyen e Timmermans». Da qui la richiesta diretta agli amici del Partito Popolare, con particolare attenzione ai gruppi di Francia (Repubblicains) e Italia (Forza Italia, Noi Moderati): «Il Ppe vuole continuare a prendere schiaffoni e inseguire temi che non fanno parte della sua cultura oppure no? Chi dice mai con Le Pen commette un errore molto grave, anzi direi che distorce il processo democratico, visto che i cosiddetti sovranisti sono stati dati più volte per morti ma continuano a prendere voti».
Mettere in fila in Europa Ecr, Id e Ppe potrebbe essere la strada giusta per rappresentare al meglio l’elettorato di centrodestra, non solo in Italia: eppure, riflette Zanni, i popolari al momento sembrano preferire comunque la direzione Pse-Verdi-Liberali, «Che la Lega stia con Le Pen è chiaro e Salvini l’ha ribadito più volte», sottolinea ancora Zanni nel colloquio con il quotidiano “Il Dubbio”, spiegando come il messaggio che il gruppo di Identità e Democrazia (che dal 2015 sostituisce il vecchio gruppo di destra “Europa delle Nazioni e della Libertà”) vuole lanciare ai partiti di Centrodestra è particolarmente direzionato a Francia e Italia. «Non si può prescindere da delegazioni forti nei grandi paesi. Oggi il Ppe, al di là della delegazione tedesca, non avrà molte delegazioni forti nei grandi paesi. I Républicains e Forza Italia non se la passano bene e per questo non ha senso dire di no in maniera pregiudiziale a Le Pen, la quale ha evoluto molto il suo pensiero politico negli ultimi anni costruendo una classe dirigente che prima non aveva», conclude Marco Zanni, non prima di lanciare le ultime “stilettate” all’attuale maggioranza in Commissione Ue sul tema del Patto di Stabilità. «Si deve svegliare l’Europa», affonda il capogruppo di Id, «Gentiloni qualche giorno fa è stato alla festa dell’Unità a parlar male del governo italiano, quindi queste critiche non arrivano a caso. Il governo ha voluto richiamare l’attenzione alla terzietà della commissione e di un commissario italiano che comunque rappresenta la sua parte politica».