Le centrali atomiche di Zaporizhzhia, in Ucraina, potrebbero diventare armi di guerra. Esse, infatti, sono al centro di attacchi frequenti nel corso del conflitto contro la Russia. Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) non vi sono rischi immediati ma la situazione desta molta preoccupazione. Le centrali nucleari infatti non sono certamente progettate per difendersi da gravi azioni belliche, che potrebbero danneggiare seriamente la struttura di contenimento dei reattori ed eventualmente i reattori stessi.



Cosa accadrebbe dunque in caso di esplosione? Il Wenra e l’Herca, le associazioni degli enti europei in materia di radioprotezione e sicurezza nucleare, come riportato da Adnkronos, hanno valutato che le conseguenze richiederebbero un’evacuazione nel raggio di 20 km e di riparo al chiuso nel raggio di 100 km. In sostanza tutta l’Ucraina subirebbe importanti conseguenze, con la dispersione del rilascio radioattivo che potrebbe coinvolgere anche i Paesi confinanti e non solo. (agg. di Chiara Ferrara)



“ZAPORIZHZHIA E LE CENTRALI ATOMICHE ARMI DI GUERRA”. QUALI RISCHI?

Da qualche giorno a questa parte la centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, è tornata al centro delle preoccupazioni degli addetti ai lavori. Questi giganteschi cubi di cemento, sottolinea Domenico Quirico per La Stampa, sono da giorni il bersaglio di frequenti tiri d’artiglieria “per ora senza conseguenze”. Ma il pericolo è dietro l’angolo anche perchè, se a Chernobyl è esploso un solo reattore provocando una catastrofe immane, a Zaporizhzhia, in caso di attacco pesante, ad esplodere potrebbero essere ben sei reattori.



Fra russi e ucraini è scambio di accuse, con i primi che attaccano i secondi, dicendo di ricevere colpi da oltre il fiume Dniepr, mentre i secondi puntano il dito contro l’esercito di Putin: “Di concreto – aggiunge Quirico – ci sono le cannonate e la possibilità di essere annientati da una esplosione atomica”. I russi hanno deciso fin dai primi giorni di conflitto di occupare le centrale nucleari ucraine per stabilirvi una roccaforte, deposito di armi e personale, certi che nessuno avrebbe attaccato un sito del genere. Inoltre, occupare le centrali dà la possibilità ai russi di privare gli ucraini dell’energia elettrica.

QUIRICO E LA CENTRALE DI ZAPORIZHZHIA: “IL PERICOLO E’ DIETRO L’ANGOLO”

Eppure, il rischio è dietro l’angolo: “un calo di alimentazione che blocchi il raffreddamento dei reattori – aggiunge ancora Quirico – oppure in un sito in cui i tecnici sono costretti a lavorare tra bombardamenti e minacce possa verificarsi un irreparabile errore umano. Senza dimenticare che un guasto sarebbe difficile da riparare in un luogo costeggiato da fronti di guerra impegnati a scambiarsi cannonate”.

Zelensky aveva spiegato a inizio conflitto che “Un incidente a Zaporizhzhia sarebbe la fine dell’Europa, la fine di tutto”, peccato però che il monito dello stesso presidente ucraino sia finito in qualche modo nel dimenticatoio: “Ci stiamo – chiosa Quirico – non c’è dubbio, avviando a una stagione di grande indifferenza nei confronti della tragedia ucraina. Di più: di sincera avversione. Tutti si sono autoconvinti che la guerra atomica sia qualcosa di anacronistico. Già: ma Zaporizhzhia?”.