Ivan Zaytsev ha scelto, fin da bambino, l’Italia. Il pallavolista, nato a Spoleto da genitori russi, non ha mai avuto dubbi. “Io sono stato molto chiaro con mio padre già a 8-10 anni. Gli dissi che mi sentivo italiano, lui ha capito”, ha raccontato in una intervista a Repubblica. Il suo cognome ha sempre pesato, quello di un campione olimpico ma allo stesso tempo di uno straniero. “Ero il figlio di, il figlio d’arte, ma anche quello costretto a dimostrare di essere più italiano di altri per un concetto becero di italianità”.



Adesso la situazione è diversa, dato che la fama a livello sportivo lo ha portato ad essere un orgoglio nazionale. Le origini della sua famiglia, però, continuano a farsi sentire, soprattutto in questo momento storico. “Mi sento fortunato per aver potuto conoscere la mentalità e la cultura russa, mi hanno formato caratterialmente, ho avuto la possibilità di riconoscere quali sono i pensieri giusti e sbagliati, quelli compromessi da propaganda e ideologia. Quel che salta all’occhio in questo momento in Russia”.



Zaytsev: “Papà russo, ma capì che mi sentivo italiano”. Il parere sulla guerra in Ucraina

Ivan Zaytsev, a proposito della Russia, ha parlato a Repubblica anche della guerra in Ucraina. Un conflitto voluto fortemente da Vladimir Putin, che il pallavolista in passato ha definito come “dotato di una estrema intelligenza con cui tiene in piedi un Paese complicato”. Un pensiero che ha voluto chiarire. “Per gestire un Paese così grande devi avere un polso di ferro. Ma quando si esagera si esagera. Non è giusto quel che stanno vivendo gli ucraini”, ha precisato.

Anche tra i russi, ha ammesso, stanno nascendo molti malumori. “La situazione è pesante. I russi cominciano a stancarsi, hanno capito che non è stata una bella idea aggiungere una guerra dopo il Covid. Mio padre vive vicino al confine con l’Ucraina, ci sentiamo ogni giorno”, ha concluso.