Vujadin Boskov, Carlo Mazzone, Zdenek Zeman: certo, la classe fa molto ma se hai dei califfi di questo calibro in panchina (oltre che maestri di vita e fulminanti aforisti), allora forse le cose ti vengono pure più facili. I primi anni di carriera di Francesco Totti, di cui questa sera vedremo il quasi omonimo documentario diretto da Alex Infascelli in prima tv su Rai 1 (ore 21.25), sono stati caratterizzati dalla presenza in panchina di veri e propri mostri sacri nonché figure quasi paterne che hanno svezzato il campione in fieri; e pazienza se tra Boskov (1992-93), Mazzone (1993-1996) e Zeman (1997-99) vi sia stata la parentesi di Carlos Bianchi (1996-97), il grande tecnico argentino che purtroppo passerà -ahilui- alla storia come colui che voleva cedere il Pupone, seppure in prestito, alla Sampdoria…
Ma, dopo aver acceso i riflettori su Mazzone, oramai ritiratosi da diversi anni dal mondo del calcio, e sul compianto Boskov, proviamo qui a capire l’importanza dell’allenatore boemo classe 1947 (che a Roma tornerà poi nella stagione 2012-2013) nel plasmare quello che sarà il futuro Francesco Totti, pronto poi sotto la gestione Capello alla fascia da capitano e allo storico scudetto conquistato dai giallorossi proprio all’inizio del nuovo millennio. Anzi, va precisato che fu proprio Zdenek Zeman a dare per primo la fascia di capitano al giovane Francesco, entrando di diritto nel club degli allenatori che, assieme agli altri due sopra citati, hanno ‘battezzato’ le prime volte da calciatore del Pupone di Porta Metronia.
ZDENEK ZEMAN, “TOTTI? IL PIU’ GRANDE CALCIATORE CHE ABBIA MAI ALLENATO PERCHE’…”
Come si ricorda, e non è difficile da immaginare per chi quegli anni non li ha vissuti direttamente, la Roma secondo Zeman era un inno allo spettacolo in cui un Totti poco più che ventenne era la ciliegina sulla torta, innescando i vari attaccanti e cominciando a prendere lui stesso confidenza con la porta, tanto da trasformarsi in talentuoso rifinitore in uomo totale del fronte d’attacco e poi in centravanti atipico. Durante la sua prima avventura a Trigoria, l’allenatore boemo scelse di nominare Totti capitano quando altri forse non ne avrebbero avuto il coraggio, riconoscendogli da subito quello status che ancora molto faticavano ad attribuirgli: e, nonostante i risultati non proprio entusiasmanti (un quarto e un quinto posto, con tanto di quarto di finale in Coppa UEFA), gli anni di Zeman verranno ricordati come quelli del definitivo salto di qualità di Totti tra i campioni.
“Totti, come Signori, fa parte della mia storia calcistica” ha ricordato una volta Zeman a proposito dei due talenti da lui lanciati: “Il secondo l’ho visto nascere calcisticamente a Foggia ed esplodere alla Lazio, mentre Francesco ha fatto tutto alla Roma: non so scegliere tra i due” aveva candidamente ammesso il diretto interessato parlando da papà calcistico e definendosi dell’ex Capitano “un tifoso e anche fanatico, per me è stato il più grande calciatore che ho allenato”. Parole al miele ricambiate anche con un pizzico di ironia da Totti che, in occasione del prestigioso traguardo delle 1000 panchine in carriera di Zeman, gli aveva dedicato un simpatico post su Facebook con tanto di foto risalente al 2012 in cui si vedono i calciatori della Roma dentro dei bidoni: “Mister, mi hai fatto allenare nei modi più strani! Grande stima e riconoscenza per te, auguri per le tue 1000 panchine!” era il post dell’ex allievo.