Volodymyr Zelensky, secondo un articolo pubblicato dal quotidiano tedesco Die Tageszeitung citato dal Fatto Quotidiano, sarebbe in procinto di chiedere ai vari paesi europei il rimpatrio di tutti gli espatriati ucraini tra i 18 e i 60 anni. Il fine ultimo del presidente ucraino, ovviamente, è quello di arruolarli nell’esercito per combattere contro la Russia nella violenta guerra che procede da più di un anno e mezzo, e che vede Kiev abbondantemente in svantaggio dal punto di vista numerico rispetto a Mosca. Così, Zelensky dopo aver progressivamente rimosso qualsiasi legge che permettesse l’obiezione di coscienza (e il non arruolamento) in Ucraina, ora bussa alle porte degli stati europei affinché, di fatto, deportino i cittadini ucraini per mandarli al fronte.



Zelensky ha bisogno di militari, ma la Germania frena

La richiesta di Zelensky, secondo stime pubblicate dal quotidiano tedesco, porterebbe in Ucraina circa 650 mila persone adatte all’arruolamento (dunque, non le donne o i minori), ma solo nel caso in cui tutti gli stati europei procedessero al rimpatrio. Non si può, tuttavia, escludere che in Europa vi sia un numero ampiamente maggiore di ucraini, che nel momento dello scoppio della guerra si trovavano già all’estero, o che sono scappati approfittando dei primissimi concitati momenti del conflitto.



La maggior parte degli ucraini che Zelensky vorrebbe rimpatriare si trovano, attualmente, in Polonia, Repubblica Ceca e, soprattutto, Germania. Quest’ultima, però, sembra essere piuttosto restia ad accettare la richiesta del presidente ucraino. Infatti, il quotidiano tedesco sostiene che difficilmente Scholz accetterà, sia per le sue esigenze di manodopera qualificata, sia per il fatto che la maggior parte degli ucraini su suolo tedesco sono donne o bambini, pari a circa 1,1 milioni di persone. Inoltre, la richiesta di Zelensky negherebbe uno dei diritti fondamentali dell’uomo, ovvero l’obiezione di coscienza che permette di rifiutare l’arruolamento, prevedendo altre vie per adempiere ai propri compiti (in Italia, per esempio, gli obiettori della leva poterono contare sul Servizio Civile Universale).

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