IL DOPPIO INTERVENTO DI ZELENSKY AL FORUM DI DAVOS 2022

«Basta affari con la Russia!»: il senso del messaggio lanciato dal Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky al World Economico Forum di Davos è piuttosto netto e ha scandito i dibattiti degli ultimi tre giorni nel meeting internazionale in Svizzera.

Il leader di Kiev è intervenuto con un suo ormai consueto videomessaggio lo scorso 23 maggio, aggiungendo poi un “secondo intervento” durante una colazione ospitata dall’Ucraina sempre a Davos. I temi trattati rappresentano di fatto la “scaletta” dell’attuale scenario della guerra in Ucraina: dalle armi alle sanzioni, dal grano ai rischi di un conflitto mondiale, passando per le dure “strigliate” a Nato e allo stesso Forum economico. «Questo è il momento in cui si decide se la forza bruta dominerà il mondo. Se così accadrà, non avrà più senso organizzare raduni come quello di Davos», aveva detto durante il suo primo videomessaggio negli scorsi giorni il Presidente ucraino, aggiungendo come «Serve sbloccare i nostri porti marittimi. Bisogna usare tutti i canali diplomatici, perché da soli non possiamo lottare contro la Russia». Il tema forte – al di là del sostegno militare ed economico per non far deperire l’Ucraina – resta poi quello del grano, con Zelensky che “minaccia” una crisi mondiale se l’Occidente non interverrà contro il blocco operato dalla Russia: «Noi parliamo con la Commissione europea, il Regno Unito, la Svizzera, la Polonia, e l’Onu e chiediamo loro di prendere misure per un corridoio per l’export del nostro grano e dei cereali – ha aggiunto -, altrimenti la penuria avrà effetti sul mondo e ci sarà una estensione della crisi energetica».



ZELENSKY: “NO CESSIONE TERRITORI PER PACE”. IRA RUSSIA

Nel suo secondo intervento mercoledì 25 maggio, il Presidente Zelensky è tornato nuovamente sugli impegni “richiesti” all’Occidente, non tralasciando nulla, specie le ben più di “velate critiche” in merito al tema delle armi: «Il primo fattore riguarda le le armi. La mia domanda è: c’è questa unità nella pratica? Non la vedo. Avremo un enorme vantaggio sulla Russia solo quando siamo veramente uniti».



Non solo, Zelensky citando la strage nel Texas di due notti fa, striglia gli Usa e l’Europa: «È stato introdotto il sesto pacchetto di sanzioni? No, L’Ungheria non è soddisfatta. C’è qualcosa che non va con il petrolio. Vedono il mondo in modo diverso. Gli viene detto: In Ucraina la gente muore, i bambini muoiono. Vengono uccisi come in Texas, dove l’assassino aveva 18 anni. Ci sono persone così. Non mi sorprende. Ma anche nel nostro Paese – ci sono soldati russi 18enni che hanno torturato dei bambini». Zelensky non gradisce poi l’intervento della Turchia nella Nato per provare a bloccare l’adesione di Finlandia e Svezia e tramite il suo Ministro degli Esteri Kuleba, sempre da Davos, ieri fanno intendere che «la Nato ad oggi non fa nulla per evitare la guerra». Infine, nel suo secondo intervento dal Forum di Davos, il Presidente ucraino si concentra sui negoziati di pace e lancia una “nuova” condizione per le trattative: «Questa fase della sanguinosa guerra può trasformarsi in negoziati diplomatici in una forma o nell’altra tra i presidenti della Federazione Russa e dell’Ucraina, o anche con i nostri partner strategici. Potremo passare a questa fase quando comprenderemo che la parte russa mostra almeno la capacità e il desiderio di passare dalla sanguinosa guerra alla diplomazia. Questo è possibile se la Federazione Russa lo dimostra almeno qualcosa. Ad esempio, il ritiro delle truppe alle linee di prima del 24 febbraio». Qui la risposta della Russia è stata netta e immediata, giunta dalle parole del vice ministro degli Esteri Andrei Rudenko: «difficilmente possiamo valutare questa affermazione come costitutiva. Vorrei ricordare che l’Ucraina ha partecipato attivamente ai negoziati, dal primo giorno dell’inizio dell’operazione militare (invasione russa, ndr) e non ha posto alcuna condizione. E se ora stabiliscono queste condizioni, questo ci costringe a dubitare della sincerità del loro desiderio di trovare una soluzione pacifica». Ancora Zelensky, rispondendo in un video messaggio dallo studio di Kiev direttamente ai “consigli” dati dall’ex segretario di Stato americano Henry Kissinger, sentenzia «Dietro a tutte queste speculazioni geopolitiche di coloro che consigliano all’Ucraina di cedere qualcosa alla Russia, i ‘grandi geopolitici’ sono sempre restii a vedere la gente comune […] No a cessione di territori in cambio della pace».