Con l’avvicinarsi del fondamentale (e certamente negativo) traguardo dei tre anni di conflitto ininterrotto, sembra che in quel di Kiev le acque stiano cominciando a muoversi in una direzione opposta a quella a cui si siamo abituati fino ad ora: un cambio di strategia testimoniato dalle parole del presidente Volodymyr Zelensky che in recentissimo intervento sulle pagine del quotidiano francese Le Parisien sembra aver riaperto all’ipotesi si congelare l’attuale situazione sul campo di battaglia per aprire ad un negoziato diplomatico con la controparte russa rappresentata da Vladimir Putin; il tutto senza dimenticare che qualche giorno fa lo stesso Zelensky aveva ipotizzato uno scenario simile.



Facendo un passetto indietro prima di arrivare alle nuove dichiarazioni rilasciate da Zelensky vale la pena ricordare che fino a qualche mese fa il presidente ucraino si era detto fermamente convinto di voler riconquistare l’interezza del suo territorio combattendo fino alla fine contro l’invasore russo, in una costante doccia fredda (forse gelata) nei confronti di tutte le varie ipotesi di pace avanzate nel corso dei mesi da alleati e – soprattutto – avversari; ferma restando la costante richiesta di supporto militare ed economico rivolta agli alleati europei ed americani che potrebbe entrare in crisi dopo la salita al potere di Trump negli USA.



Zelensky a Le Parisien: “Donbass e Crimea non possono essere riconquistate, ma nessuno negozierà senza l’Ucraina”

Tornando al presente, in una breve intervista rilasciata al francese Le Parisien, ha candidamente ammesso che “di fatto non abbiamo la forza per riconquistare il Donbass e la Crimea“, ribadendo che “questi territori sono ora controllati dai russi” e che “possiamo contare solamente sulla pressione diplomatica della comunità internazionale per costringere Putin a sedersi al tavolo delle trattative”.

Nonostante quella che sembra essere a tutti gli effetti un’apertura al congelamento del conflitto, comunque Zelensky ci ha tenuto a mettere in chiaro che “nessun leader mondiale ha il diritto di negoziare con Putin senza l’Ucraina” in una sorta di attacco diretto contro l’ungherese Orban che solo pochi giorni fa aveva sentito telefonicamente Putin proponendo uno scambio di prigionieri per concludere il conflitto entro Natale; ed è stato proprio quest’ultimo – con un post condiviso su X – a sottolineare di non essere intenzionato a “rispondere alle provocazioni” per poi ribadire che “c’è un proposta di cessate il fuoco sul tavolo” che dovrà essere “accettata o lasciata” pagandone eventualmente le conseguenze.