VENERDÌ 11 OTTOBRE IL TERZO INCONTRO FRA PAPA FRANCESCO E IL PRESIDENTE ZELENSKY IN VATICANO
Il terzo incontro tra il Presidente Volodymyr Zelensky e Papa Francesco in arrivo venerdì prossimo potrebbe non essere “solo” una visita di cortesia tra due Capi di Stato globali e importanti, special modo da quando è cominciata la guerra in Ucraina ormai due anni e mezzo fa: l’insieme delle prossime visite diplomatiche del leader ucraino – impegnato in Italia e Germania come primissimi eventi da qui a fine settimana – potrebbe significare la vigilia di una svolta per il conflitto in corso con la Russia di Putin, sempre più contorto e complicato per Kiev.
L’annuncio corso nelle ultime ore è divenuto ufficiale con il bollettino della Sala Stampa vaticana: Zelensky venerdì 11 ottobre alle 9.30 sarà in udienza in Vaticano con Papa Francesco, per la terza volta appunto dall’inizio del Magistero di Bergoglio: l’ultimo nel maggio 2023 con ben 40 minuti di dialogo serrato tra i due, nei mesi dell’importante missione di pace messa in campo dalla Chiesa per volere del Papa e con il cardinale Zuppi in giro tra Kiev, Mosca, Pechino e Washington. L’invocazione di pace continua che Papa Francesco riflette ogni settimana per il “martoriato popolo ucraino” viene apprezzata da Kiev, anche se non sono mancate incomprensioni in questi mesi tra l’invito a negoziare della Santa Sede e la volontà di portare fino in fondo la guerra contro il nemico invasore Vladimir Putin.
Sforzi umanitari, scambi di prigionieri, impegno per le condizioni dei bimbi ucraini portati in Russia e poi ancora un intenso lavoro “sotto traccia” nel condurre una difficile missione di pace verso uno sperato negoziato di pace: Papa Francesco e Zelensky discussero proprio di questi temi, anche se purtroppo l’avvicinamento sperato fra Ucraina e Russia non venne, fino ad oggi compreso. La bilaterale privata fra i due leader si ebbe poi anche lo scorso summit G7 in Puglia, con la presenza degli altri capi di Stato internazionali che cercarono di capire le prossime mosse da lanciare sul fronte ad est. Alla vigilia del terzo inverno di guerra, con la controffensiva ucraina nel Kursk che inizia ad indebolirsi e indietreggiare, Kiev è nuovamente in una fase di stallo con i consensi politici interni tutt’altro che alle stelle. La “svolta” dunque verso un possibile negoziato cresce, come testimoniano le ultime “voci” riportate dalle fonti NATO al sito Usa Bloomberg.
ZELENSKY DA PAPA E MELONI, POI A BERLINO DA SCHOLZ: “APPROCCIO PIÙ FLESSIBILE SULLA GUERRA”
In sostanza dagli States si parla della possibilità concreta che Zelensky possa adottare un approccio più flessibile e “malleabile” con gli alleati in Occidente per condurre finalmente al negoziato di fine guerra con la Russia. Fino ad oggi il Presidente dell’Ucraina ha rifiutato qualunque contrattazione su territori o sovranità ma al contempo i funzionari diplomatici avrebbero comunque ricevuto ordini di provare un avvicinamento diplomatico con Mosca quasi del tutto sparito nell’ultimo anno.
La visita di Zelensky da Papa Francesco – con la “sotterranea” missione di pace del Vaticano che non si è mai esaurita del tutto – potrebbe significare proprio un cambio di passo dell’Ucraina, con il Governo conscio che la situazione bellica sul campo potrebbe consigliare strategie diverse per il 2025. Con la Russia che ancora oggi accusa l’Occidente di un pericolo di guerra nucleare, qualora la NATO continuasse le operazioni pro-Kiev e pro-Israele, serve al più presto un canale di dialogo per fermare sul nascere un conflitto potenzialmente ancora più distruttivo dei precedenti.
Prima dell’udienza venerdì mattina con Papa Francesco, Zelensky ha in programma la visita con cena istituzionale a Villa Doria Pamphili domani giovedì 10 ottobre 2024 con la Premier Giorgia Meloni: saltato il vertice NATO di Ramstein, l’agenda del Presidente ucraino non sembra essere variata e da Roma a Berlino si snoderà fino a domenica per provare a fare il punto sull’alleanza occidentale con Kiev. Il cancelliere Scholz e il Presidente della Repubblica Steinmeier accoglieranno Zelensky dopo la tappa italiana, alimentando quella possibile “svolta” diplomatica che probabilmente diverrà concreta una volta stabilito a Washington chi sarà il prossimo inquilino della Casa Bianca tra il 2024 e il 2028. L’appello del Papa per una vera pace atta ad evitare una terza guerra mondiale nucleare resta però il faro centrale dell’azione della Chiesa nel mondo geopolitico convulso moderno: la palla ora sta a Zelensky e Putin per capire se e come impostare il tanto agognato negoziato.