La moglie di Volodymyr Zelensky finisce sulla copertina di Vogue e scoppia il putiferio. Le foto scattate dalla celebre fotografa americana Annie Leibovitz alla first lady ucraina Olena Zelenska, anche in compagnia del marito presidente, stanno facendo discutere. Non solo per una questione di opportunità, quindi non è solo discutibile il fatto di aver fatto un servizio fotografico di moda in tempo di guerra, ma anche per la scelta, ad esempio, di apparire tra le macerie dell’aeroporto con un gruppo di soldati.



Un’immagine che non può lasciare indifferenti, se pensiamo a bombe, devastazione e sangue, anche se queste ultime sono immagini vere che gradualmente stanno sparendo dal racconto giornaliero dei media. Dalla realtà ai foto shooting il salto può essere breve, ma non indolore visto che viene usato il contesto bellico come scenario per Olena Zelenska e vengono sottolineati pure i brand usati per il servizio fotografico. Peraltro, discutibile anche la presentazione della moglie di Zelensky come «il volto del coraggio».



ZELENSKY, QUANDO LA GUERRA DIVENTA SPETTACOLO

Infatti, a stretto giro è arrivata la bocciatura di Ian Bremmer, noto politologo che su Twitter ha scritto: «Zelensky ha fatto un lavoro straordinario nel battere i russi nella guerra dell’informazione. Servizio fotografico di moda in tempo di guerra: pessima idea». La first lady dell’Ucraina dichiara a Vogue: «Non vediamo l’ora di vincere. Non abbiamo dubbi sul fatto che prevarremo. Ed è questo che ci aiuta ad andare avanti».

Però il mese scorso Olena Zelenska è stata avvistata a Forte dei Marmi, nell’ormai famosa villa di via Civitali, a Vittoria Apuana, che il marito comprò per 3,8 milioni di euro dopo essere diventato presidente. A metà luglio ha dovuto interrompere questa vacanza per incontrare negli Stati Uniti Antony Blinken, segretario di Stato Usa. Il dibattito s’infiamma sui social, dove si parla di mancanza di rispetto per tutti i morti e le persone che stanno combattendo in Ucraina. Sotto accusa anche il backstage del servizio: la guerra non può diventare uno spettacolo.