Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, è stato coinvolto nelle scorse ore in un incidente stradale. Il numero uno ucraino, mentre stava viaggiando su un mezzo in quel di Kiev, è rimasto ferito fortunatamente in maniera non grave. A rendere noto l’episodio, come si legge sul sito di SkyTg24.it, ci ha pensato il portavoce dello stesso presidente, Serhii Nykyforov, spiegando che l’auto su cui viaggiava Zelensky è finita contro un veicolo guidato da un cittadino, anche se non è stato chiaro quando questo impatto sia avvenuto.



“Il presidente è stato visitato da un medico: non sono state riportate ferite gravi”, ha fatto sapere il portavoce, che poi ha aggiunto che “le circostanze dell’incidente verranno accertate dalle forze dell’ordine. I medici che accompagnano il capo dello Stato hanno prestato soccorso all’autista dell’auto privata e lo hanno messo su un’ambulanza”, ha concluso Nykyforov. Subito dopo la comunicazione ufficiale del portavoce di Zelensky, l’ufficio dello stesso presidente ucraino ha diffuso il video del discorso serale che il leader pronuncia ogni giorno da quando è scoppiata la guerra contro la Russia, duecento giorni or sono.



ZELENSKY, L’INCIDENTE AUTO E LA NUOVA RICHIESTA DI ARMI

E sempre ieri il presidente Zelensky è tornato ad appellarsi alle forze occidentali, a cominciare da Stati Uniti, Gran Bretagna ed Unione Europea, chiedendo l’invio di nuove armi per contrastare l’avanzata dell’esercito russo. Già pronta la lista: «Ci servono lanciarazzi Mlrs, tank Leopard, mezzi corazzati, difese aeree, droni, razzi», le parole del suo caponegoziatore Mikhailo Podolyak, come si legge sul sito del Corriere della Sera.

E’ uscito allo scoperto anche il ceceno Ramzan Kadyrov, considerato il prossimo ministro della difesa russa, che ha spiegato: «gli strateghi da divano che ci raccontano in ritirata», chiedendo poi a Putin «la legge marziale» in Russia, invocando l’uso di «qualsiasi arma». Insomma, una guerra che sembra tutt’altro che finita, nonostante le ultime notizie parlino appunto dei russi in ritirata e di vari problemi e agitazioni in quel del Cremlino.