Per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky “dobbiamo restituire tutte le terre” tra cui la Crimea, “perché credo che il campo di battaglia sia la via da seguire quando non c’è diplomazia”. Lo ha dichiarato in un’intervista concessa al Financial Times, in cui ha spiegato che “se non si riesce a recuperare interamente la propria terra, la guerra viene semplicemente congelata. È una questione di tempo prima che riprenda”. In particolare, una delle terre cruciali per il conflitto tra Russia e Ucraina è la Crimea, annessa alla Russia nel 2014 tramite un referendum mai riconosciuto dalla comunità internazionale.



Capisco che tutti siano confusi dalla situazione e da ciò che accadrà alla Crimea” ha detto Zelensky durante l’intervista al Financial Times, prendendo atto dell’attenzione sempre più alta su questo territorio, e ha sottolineato che “se qualcuno è pronto a offrirci una soluzione per la de-occupazione della Crimea con mezzi non militari, non potrò che essere favorevole”. Tuttavia, se la soluzione non dovesse prevedere la “de-occupazione” della Crimea da parte della Federazione Russa, allora “sarebbe una perdita di tempo”.



Zelensky, “questa è una guerra di forza e resilienza, lavoriamo per ripristinare acqua ed energia”

Sentito tramite colloquio telefonico dal Financial Times, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha parlato non soltanto del ruolo della Crimea ma ha anche definito il conflitto attualmente in corso come una “guerra di forza e resilienza”, annunciando la volontà di non arrendersi neanche davanti alla distruzione delle infrastrutture del Paese a opera delle forze russe. Al momento, l’80% dell’Ucraina è al buio al freddo, priva di riscaldamento ed elettricità e con i 15 reattori nucleari completamente offline, perché l’elettricità è diventata instabile. Mercoledì 23 novembre la Russia ha colpito con 70 missili svariati obiettivi infrastrutturali del Paese, come riporta il Financial Times.



Una situazione che “non si verificava da non so quanti anni, forse 80, 90 anni: un Paese del continente europeo in cui manca completamente la luce”, descrive Zelensky. “Lo Stato ha reagito in modo eccellente – spiega il presidente ucraino al Financial Times – I lavoratori nel settore dell’energia, il ministero delle Emergenze, gli sminatori, tutti hanno lavorato per riparare e ripristinare l’energia e fornire almeno un po’ d’acqua”. Anche a Kiev, la capitale, l’improvvisa interruzione dell’acqua corrente ha costretto la popolazione a raccogliere la neve e scioglierla per poter cucinare e utilizzarla per lavarsi. Una situazione che, secondo Zelensky, dimostra come la Russia non abbia alcuna intenzione di porre fine alla guerra tramite la via dei negoziati.