Volodymyr Zelensky torna a parlare delle atrocità della guerra scatenata dalla Russia in Ucraina anche per un lanciare un messaggio a quei Paesi, compresi alcuni del Sud America, che si dichiarano neutrali. Lo fa ai microfoni di El Pais, nella prima intervista rilasciata ad un media in lingua spagnola, precisando che per sedersi a negoziare la pace con Vladimir Putin è fondamentale il ritiro delle truppe russe e il riconoscimento da parte del Cremlino dell’errore commesso con l’invasione. «Se si ritirano e riconoscono di aver sbagliato terribilmente, allora possiamo trovare un formato per il dialogo». Ma la grande maggioranza degli ucraini, secondo gli ultimi sondaggi, afferma di non voler aprire un dialogo con la Russia. «Vediamo un’intenzione molto concreta di occupare e distruggere l’Ucraina. Cosa devo dire a una persona che vuole semplicemente distruggerci? Non avrebbe senso una conversazione del genere», commenta Zelensky, che fissa dunque le condizioni per il dialogo.
Anche perché «l’ultima goccia, con cui [la Russia] annulla tutte le possibilità di dialogo, sono i referendum sull’annessione» organizzati illegalmente a settembre nelle province di Donetsk, Lugansk, Zaporiyia e Kherson. Il presidente dell’Ucraina, però, aggiunge una sfumatura che, secondo fonti del suo entourage, lascia intendere una lieve apertura da parte sua: «Se i russi si ritirano e riconoscono di essersi terribilmente sbagliati, se si può parlare di errore di fronte a tutto questo, allora possiamo trovare un formato per il dialogo».
IL MESSAGGIO DI ZELENSKY A USA E UE
Se invece la guerra in Ucraina continuasse, con migliaia di altre vite sacrificate per la liberazione dall’invasione della Russia, allora per Volodymyr Zelensky il processo di dialogo verrebbe ostacolato per anni. Ma nell’intervista a El Pais affronta anche il tema degli aiuti degli Stati Uniti, che potrebbero diminuire se i repubblicani conquistassero la maggioranza del Congresso alle elezioni midterm. «Non vedo alcun rischio per quanto riguarda il sostegno all’Ucraina da parte della società americana. Rispetteremo la loro scelta, ma credo che rispetteranno anche la scelta del loro stesso popolo di aiutare l’Ucraina, di lottare per la democrazia, la libertà, il diritto internazionale e umanitario». D’altra parte, un cambiamento nell’orientamento politico Usa potrebbe «rallentare» secondo Zelensky il processo di decisioni bilaterali, ma ricorda che era stato previsto un raffreddamento nelle relazioni con l’Italia per la vittoria alle elezioni di Giorgia Meloni, invece ciò non è accaduto. Così pure nel Regno Unito con i cambiamenti nella leadership britannica. Per Zelensky, comunque, il futuro dell’Ucraina dipende dalla sua adesione all’Unione europea. «La guerra è iniziata perché la Russia non ci considera un Paese indipendente, un Paese europeo. Lo stesso accadrà in Bielorussia, dove la popolazione vuole essere indipendente. Perché la Russia dovrebbe decidere come devono vivere i cittadini bielorussi? Non tutti i Paesi devono affrontare la prova che stiamo vivendo noi, e la Russia non renderà le cose facili alla Bielorussia, alla Moldavia o alla Georgia».
ZELENSKY A EUROPA: “NON AVERE PAURA…”
Volodymyr Zelensky, dunque, manda un messaggio anche a Bruxelles: «Spero che i leader dell’UE non abbiano paura». Il riferimento è al fatto che ci sono Paesi all’interno dell’Ue che «non vogliono accelerare il processo» di integrazione. Ma non ha dubbi sul fatto che l’Ucraina entrerà a farne parte: «Sarà un membro dell’UE, e non voglio dire prima o dopo perché penso che sia già troppo tardi». Si aspetta di più anche dalla Spagna, i cui aiuti in termini militari sono discreti rispetto agli altri Stati europei. Ma si aspetta anche iniziative dal presidente spagnolo Sanchez, «nella ricostruzione del Paese, nella promozione delle imprese, del mercato del lavoro, anche nella sicurezza». Quando viene tirata in ballo la Nato, Zelensky si mostra più nervoso a El Pais: «È importante sottolineare a queste persone che questa è una guerra per l’Ucraina contro l’aggressione russa. Siamo uno scudo; non siamo entrati con armi nucleari, con missili guidati, non siamo entrati con droni o carri armati iraniani per invadere la terra di altri. Non violentiamo le donne russe, i bambini russi, non torturiamo nei villaggi russi». Proprio perché l’Ucraina non fa parte della Nato, la Russia ha potuto invaderla. Ma a irritarlo anche il tema dei partiti filorussi resi fuori legge in Ucraina. «Quali partiti sono stati banditi in Ucraina? I partiti russi, si intende. Se c’è qualcuno a Bruxelles che si preoccupa di loro, che trovi spazio per queste parti lì. Vorrei vedere come convivono con questi partiti quando mostrano loro i valori europei», la replica seccata.
“MISSILE NUCLEARE PUÒ ARRIVARE ANCHE IN AMERICA LATINA…”
Ma ciò lo spinge anche a parlare delle posizioni nell’America Latina, dove Colombia e Messico, ad esempio, mantengono una posizione neutrale. «Col tempo, anche tutti questi Paesi capiranno cosa sta succedendo. Sono Paesi che hanno affrontato la lotta per l’indipendenza e capiranno che l’invasore è la Russia. La distanza fisica dall’America Latina è grande, ma la distanza militare non è grande, perché i missili russi possono raggiungere migliaia di chilometri», spiega Volodymyr Zelensky a El Pais. Inoltre, sottolinea il ricatto della Russia, che ha effetti sulla comunità internazionale, a partire dal trasporto marittimo nel Mar Nero che è stato tagliato. «L’America Latina riceveva molte cose dall’Ucraina e anche noi importavamo molte cose dall’America Latina. Questa relazione commerciale è stata interrotta. Forse ora l’America Latina non ha un deficit di grano e cereali pari a quello dei Paesi africani, ma col tempo ne risentirà», l’avvertimento del presidente ucraino. Ma il rischio è anche quello di un attacco nucleare: «In America Latina pensano che un missile nucleare non possa raggiungerli?». Quindi, torna ad attaccare la Russia: «Non appartiene al mondo civilizzato; è un’organizzazione terroristica gestita da una cricca».