Volodymyr Zelensky continua a credere nella possibilità che l’Ucraina vinca la guerra contro la Russia. “Nessuno crede nella nostra vittoria come me. Nessuno“, ha dichiarato al Time. Anche per questo è costretto a dover usare tutta la sua forza e la sua energia per instillare questa convinzione nei suoi alleati. La situazione, però, sta diventando sempre più difficile. Un quinto del territorio resta sotto l’occupazione russa, decine di migliaia di soldati e civili sono morti e l’interesse globale per la guerra è diminuito, così come il livello del sostegno internazionale. “La cosa più spaventosa è che una parte del mondo si è abituata alla guerra in Ucraina. Lo si vede negli Stati Uniti, in Europa“. Quello della stanchezza è un tema affrontato anche da Giorgia Meloni in una conversazione telefonica che si è rivelata essere uno scherzo ai danni della premier italiana.
Dunque, i timori di Zelensky trovano conferma. E la sua visita in Usa non è riuscita a rianimare il sostegno pubblico, che è in declino da mesi negli Stati Uniti. Lo scoppio della guerra in Medio Oriente complica ulteriormente la situazione. Infatti, un membro della sua cerchia al Time rivela che Zelensky è “arrabbiato“. Il suo atteggiamento è cambiato nelle riunioni. “Ora entra, riceve gli aggiornamenti, dà gli ordini e se ne va“. Un altro collaboratore ha spiegato che Zelensky si sente tradito dagli alleati occidentali, in quanto ritiene che lo abbiano lasciato senza i mezzi per vincere la guerra, ma solo per sopravvivere.
ZELENSKY CONTRARIO ANCHE A TREGUA TEMPORANEA
Le convinzioni di Zelensky però non sono cambiate. Non intende fermarsi né chiedere la pace, nonostante la controffensiva non vada come previsto. È irremovibile, al limite del messianico. “Si illude“, dichiara con frustrazione uno dei suoi più stretti collaboratori al Time. “Non abbiamo più opzioni. Non stiamo vincendo. Ma provate a dirglielo“. La testardaggine di Zelensky, secondo alcuni dei suoi collaboratori, ha danneggiato gli sforzi della squadra per elaborare una nuova strategia. Infatti, la possibilità di negoziare un accordo di pace con la Russia resta un tabù, anche perché recenti sondaggi indicano che la maggior parte degli ucraini rifiuterebbe una simile mossa, soprattutto se comportasse la perdita di qualsiasi territorio occupato.
Ma il presidente ucraino è assolutamente contrario anche a una tregua temporanea. “Per noi significherebbe lasciare questa ferita aperta per le generazioni future. Forse calmerà alcune persone all’interno del nostro Paese e all’esterno, almeno quelle che vogliono chiudere le cose ad ogni costo. Ma per me questo è un problema, perché ci ritroviamo con questa forza esplosiva. Non facciamo altro che ritardare la sua detonazione“, spiega Zelensky al Time. Ora però starebbe cambiando strategia. Consapevole che il flusso di armi occidentali potrebbe esaurirsi col tempo, l’Ucraina ha incrementato la produzione di droni e missili, che usano per attaccare le vie di rifornimento russe, i centri di comando e i depositi di munizioni molto dietro le linee nemiche.
“SENZA AIUTI PERDEREMO GUERRA CON LA RUSSIA”
Per Zelensky il rischio è che la Russia non si fermi all’Ucraina. “Ho vissuto a lungo con questa paura. Una terza guerra mondiale potrebbe iniziare in Ucraina, continuare in Israele, passare da lì all’Asia e poi esplodere da qualche altra parte“. Di questo ha parlato in Usa: bisogna fermare la guerra prima che si diffonda e sia troppo tardi, ma teme di non essere più ascoltato. Infatti, uno dei consiglieri di politica estera di Zelensky lo aveva esortato ad annullare il viaggio a settembre, avvertendo che l’atmosfera era troppo tesa. Come evidenziato dal Time, i leader del Congresso Usa hanno rifiutato di permettere a Zelensky di tenere un discorso pubblico a Capitol Hill.
I suoi assistenti hanno cercato di organizzare un’apparizione di persona su Fox News e un’intervista con Oprah Winfrey. Nessuna delle due è andata a buon fine. A proposito dell’incontro a porte chiuse in Senato, Zelensky rivela: “Mi hanno chiesto chiaramente: Se non vi diamo gli aiuti, cosa succede?“. La sua risposta: “Succede che perderemo“. Ma il Congresso dieci giorni dopo ha approvato una legge per evitare temporaneamente la chiusura del governo senza prevedere alcuna assistenza per l’Ucraina (salvo poi approvare nei giorni successivi l’invio di 61 miliardi di aiuti).
“ARMI? NON ABBIAMO UOMINI PER USARLE”
Tre alti funzionari incaricati di occuparsi del problema energetico, temono che quest’inverno i blackout saranno più gravi e la reazione dell’opinione pubblica. “L’anno scorso la gente ha dato la colpa ai russi. Questa volta incolperanno noi per non aver fatto abbastanza per prepararci“. Il freddo renderà più complesse le offensive militari, ma Zelensky tira dritto: “Per me congelare la guerra significa perderla“. Il Time rivela che alcuni collaboratori di Zelensky hanno rivelato che potrebbero esserci grandi cambiamenti nella loro strategia militare e un‘importante scossa nella squadra del presidente prima dell’inverno. “Almeno un ministro dovrà essere licenziato, insieme a un generale di alto livello responsabile della controffensiva, per garantire la responsabilità dei lenti progressi dell’Ucraina al fronte“.
Le cose non stanno andando come previsto, anche perché alcuni comandanti di prima linea rifiutano gli ordini di avanzare, anche se arrivano dall’ufficio di Zelensky. “Vogliono solo stare in trincea e mantenere la linea, ma non possiamo vincere una guerra in questo modo“, dice uno dei collaboratori del presidente. Il problema è che mancano uomini e armi sufficienti. Uno dei più stretti collaboratori di Zelensky rivela che anche se gli Stati Uniti e i loro alleati fornissero tutte le armi che hanno promesso, “non abbiamo gli uomini per usarle“. Oltre ai morti, si registra un calo nel reclutamento. Ma di fronte all’alternativa di congelare la guerra o di perderla, Zelensky non vede altra scelta se non quella di insistere fino all’inverno e oltre. “Non credo che l’Ucraina possa permettersi di stancarsi della guerra“.