Volodymyr Zelensky è infuriato per i tentennamenti di alcuni dei suoi alleati e dal distacco di alcuni dei suoi compatrioti. Lo mostra nell’intervista via Zoom a The Economist, scandendo le sue parole come se volesse sfondare lo schermo del pc per mandare il suo messaggio dritto ai destinatari. La Russia continua a colpire l’Ucraina, ma il mondo non lo ascolta più con la stessa attenzione e la stanchezza sul campo inizia a farsi sentire. In Occidente i media iniziano a interrogarsi sulla possibile vittoria di Vladimir Putin, mentre gli aiuti agli ucraini sono diventati oggetto di contrattazione politica negli Stati Uniti e in Europa. L’Occidente ha perso il senso dell’urgenza e molti ucraini hanno perso il senso della minaccia esistenziale, sostiene Zelensky. «Forse non abbiamo avuto successo [nel 2023] come il mondo voleva. Forse non tutto è andato così veloce come qualcuno immaginava», afferma al giornale britannico. Ma l’idea che Putin stia vincendo non è altro che una «sensazione».



La realtà, precisa Zelensky, è che le forze russe vengono ancora massacrate in luoghi come Avdiivka, da dove è appena tornato. Fonti dell’intelligence della difesa britannica stimano che, con le tendenze attuali, la Russia avrà subito più di 500mila perdite, tra morti e feriti, entro il 2025. «Migliaia, migliaia di soldati russi uccisi, nessuno li ha nemmeno portati via», aggiunge il numero uno dell’Ucraina. Inoltre, afferma che l’esercito della Russia non è riuscito a conquistare una sola grande città nel 2023, mentre l’Ucraina è riuscita a superare il blocco russo del Mar Nero e ora trasporta milioni di tonnellate di grano usando una nuova rotta che abbraccia la costa meridionale dell’Ucraina. «Un risultato enorme» per il presidente ucraino.



ZELENSKY “PUTIN SENTE IL SANGUE E LA FORZA”

La percezione che la vittoria dell’Ucraina sia diventata impossibile rischia di privarla del denaro e delle armi di cui ha bisogno per vincere. Dunque, il fatalismo può diventare una profezia che si autoavvera. Per questo motivo il nuovo anno è molto importante per Zelensky, il cui compito ora è più difficile che mai e la posta in gioco non è mai stata così alta dai primi giorni della guerra. Il punto centrale della sua argomentazione è che, sostenendo l’Ucraina, l’Europa si protegge dall’aggressione russa. «Dandoci soldi o armi, vi sostenete da soli. Salvate i vostri figli, non i nostri», segnala tramite The Economist. Se si permette alla Russia di prendere i bambini ucraini, «prenderà altri bambini». Se la Russia viola i diritti degli ucraini, «violerà i diritti nel mondo». Se l’Ucraina perde, Putin avvicinerà le sue guerre all’Occidente.



«Putin sente la debolezza come un animale, perché è un animale. Sente il sangue, sente la sua forza. E vi mangerà per cena con tutta la vostra UE, la NATO, la libertà e la democrazia». Per il presidente ucraino, i Paesi europei dovrebbero fare pressioni sull’America per sostenere l’Ucraina per il loro bene. «I servizi di intelligence di diversi Paesi europei hanno iniziato a [esaminare] la possibilità di un attacco sul loro territorio da parte della Russia… Anche quei Paesi che non facevano parte dell’URSS», avverte Zelensky. Per quanto riguarda i suggerimenti sui negoziati, Zelensky sostiene di non percepire «alcun passo avanti fondamentale per la pace da parte della Russia».

“CRIMEA MOLTO IMPORTANTE PER NOI”

Quello che l’Ucraina sta sperimentando davvero è la raffica di attacchi aerei sulle città. «Vedo solo i passi di un Paese terrorista», dichiara Zelensky a The Economist. Se la Russia lancia segnali di voler congelare la guerra, come riportano alcuni media occidentali, «non è perché sono uomini giusti, ma perché non hanno abbastanza missili, munizioni o truppe preparate. Hanno bisogno di questa pausa. Ripristinare tutte le loro forze. E poi, con tutta la loro forza, voltare la pagina di questa guerra». Inoltre, è convinto che le fughe di notizie prima della controffensiva della scorsa estate abbiano aiutato la Russia a preparare le sue difese. Ma ci tiene a precisare che la Crimea e la connessa battaglia nel Mar Nero diventeranno il centro di gravità della guerra. Isolare la Crimea e degradare le capacità militari russe in quella regione, «è estremamente importante per noi, perché è il modo per ridurre il numero di attacchi da quella regione».

Un successo sarebbe un «esempio per il mondo» e avrebbe anche un grande effetto all’interno della Russia. Zelensky ritiene che la perdita di un pezzo forte della propaganda del Cremlino dimostrerebbe che «migliaia di ufficiali russi sono morti solo per l’ambizione di Putin». Ma la velocità di un eventuale successo dipenderà dall’assistenza militare che riceverà dai partner occidentali. L’ambizione strategica di riportare l’Ucraina ai suoi confini originali non è cambiata e non cambierà, ma Zelensky non fissa più delle scadenze e non promette quanto territorio l’Ucraina possa «de-occupare». Il suo compito ora è quello di «difendere l’est, salvare queste città molto importanti dell’Ucraina, a est e a sud, Kharkiv, Dnipro, Zaporizhzhia, Kherson, Mykolaiv», e proteggere le infrastrutture critiche del Paese.

“NON VOLETE AIUTARCI? ALLORA FATEVI DA PARTE”

Anche se convinto che gli Stati Uniti alla fine forniranno gli aiuti militari all’Ucraina, Zelensky sta incrementando la produzione nel caso in cui le forniture occidentali venissero meno. Inoltre, anche se i sondaggi suggeriscono che l’abbassamento dell’età di mobilitazione dagli attuali 27 anni e la riduzione dei motivi di esenzione non sono popolari, il presidente ucraino tira dritto, insistendo sul fatto che non ci siano alternative. «La mobilitazione non è solo una questione di soldati che vanno al fronte. Riguarda tutti noi. È la mobilitazione di tutti gli sforzi. Questo è l’unico modo per proteggere il nostro Stato e de-occupare la nostra terra. Siamo onesti, siamo passati alla politica interna», dichiara a The Economist.

«Se continuiamo a concentrarci sulla politica interna, dobbiamo indire le elezioni. Cambiare la legge, la costituzione. Ma dimenticate le azioni di controffensiva e la de-occupazione», aggiunge Zelensky. Per quanto riguarda i missili Taurus richiesti, potrebbero consentire all’Ucraina di distruggere il ponte Kerch, costato 4 miliardi di dollari, isolando la penisola di Crimea dalla Russia e riducendo il numero di attacchi dalla regione. Infine, resta convinto che l’Ucraina non possa tornare indietro dal suo piano per sconfiggere la Russia. «Il mestiere più importante che un ucraino possa fare in questo momento è quello di essere in Ucraina… e per i nostri partner occidentali è quello di stare con l’Ucraina… Se non avete la forza, allora andate via o fatevi da parte. Non ci ritireremo», conclude Zelensky.