ZELENSKY ALLA CNN: “HO PAURA PER LA VITA DELLA MIA FAMIGLIA”

«Non voglio che la storia dell’Ucraina sia una leggenda su 300 spartani. Voglio la pace»: così il Presidente Zelensky rilancia il suo appello per fermare al più presto la guerra nell’intervista rilasciata alla Cnn. Mentre la sua delegazione sta incontrando in queste ore l’opposta delegazione russa a Brest – sul tavolo dei negoziati il cessate il fuoco e la tregua per i corridoi umanitari – il leader del Governo di Kiev non placa l’ira delle sue parole contro il Cremlino: «Non è che voglio parlare con Putin, devo parlare con Putin. Il mondo deve parlare con Putin per convincerlo a fermare la sua guerra contro l’Ucraina». Non solo, Zelensky spiega di avere prove secondo cui i russi avrebbero installato dei «forni crematori per occultare le vittime della guerra», notizia ovviamente tutta da verificare. Il leader ucraino è inoltre tornato a chiedere una No Fly Zone, proposta che nei giorni scorsi era stata giù bocciata dai leader occidentali e dal Presidente Joe Biden in persona. «Siamo grati ai Paesi per le forniture di armi – ha aggiunto -, ma forse è troppo tardi, c’è stata una finestra di tempo in cui chiedevamo aiuto ma questa finestra è costata la vita a tanti ucraini»; il Presidente spiega poi di temere per la vita della sua famiglia in questi giorni cupi a Kiev ricorda come i russi stanno bombardando anche le chiese, dunque «serve al più presto l’intervento della Nato in quanto se l’Ucraina cade, la Russia si prenderà i Paesi Baltici e l’Europa orientale».



ZELENSKY: “UCRAINA FARÀ RESISTENZA FEROCE, DISTRUGGEREMO I RUSSI”

Volodymyr Zelensky è indubbiamente il “personaggio” del momento e come tale la copertina di “Time” immortala un suo discorso in cirillico: nelle ultime ore è tornato a parlare sui suoi canali social con due discorsi all’Ucraina, imperversato dall’invasione russa con bombardamenti in corso fuori Kiev, a Kharkiv, Kherson e Mariupol (ancora assediata).



«Qui non avrete pace, non avrete da mangiare, non avrete un momento di calma», annuncia il Presidente dell’Ucraina dal bunker di Kiev dove dirige le truppe e le insurrezioni del popolo ucraino contro l’invasore russo. Mentre nel pomeriggio si terranno nuovi negoziati di pace – stamane il Ministro degli Esteri russo Lavrov ha spiegato che «una soluzione si troverà, pronti al dialogo» – Zelensky incalza nuovamente il Cremlino ad abbandonare l’offensiva, altrimenti il suo Paese continuerà ad opporre resistenza feroce e pugnace: «resistenza tanto feroce che ricorderanno per sempre che non rinunceremo a ciò che è nostro». Il Presidente filo-europeista rivendica come l’Ucraina abbia finora sventato i piani che «il nemico preparava da anni», e in effetti nelle ultime ore sono emersi documenti de-secretati da Wikileaks (tutti ovviamente da verificare, ndr) che farebbero vedere come l’invasione russa fosse progettata da Putin già del 2008.



I VIDEO DISCORSI DEL PRESIDENTE UCRAINO ZELENSKY

Secondo Zelensky il morale delle truppe russe è basso e ogni giorno soldati russi vengono fatti prigionieri: «E dicono solo una cosa, non sanno perché sono qui». Sempre nei video discorso diffusi via social, il Presidente del Governo di Kiev attacca Mosca dopo aver riportato cifre sulle perdite russe ancora tutte da verificare9000 soldati uccisi in 7 giorni»): «Ovunque andranno, saranno distrutti. Qui non avranno calma, non avranno cibo, non avranno un solo momento di tranquillità. Gli occupanti riceveranno solo una cosa dagli ucraini: la resistenza. Una resistenza feroce. Una resistenza tale che ricorderanno per sempre che non rinunciamo a ciò che è nostro, che ricorderanno cos’è una guerra patriottica». Nel post su Facebook che diffonde il messaggio alla nazione, Zelensky infine scrive: «Ci hanno voluto distruggere così tante volte. Non ce la faccio. Ne abbiamo passate tante! E se qualcuno pensa che, dopo aver superato tutto questo, gli ucraini hanno paura, si spezzano o si arrendono – non sa nulla dell’Ucraina. E non ha niente da fare in Ucraina. Vai a casa tua. Proteggi il popolo di lingua russa. Non in tutto il mondo, ma nel nostro paese».